Shoah, il dramma nelle ’nostre tiepide case’ "Così mia madre salvò un gruppo di ebrei"

Dalla famiglia Frisini all’internato militare Balleri, passando per la morte di Moscato: i pistoiesi che hanno visto da vicino l’inferno

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di Patrizio Ceccarelli

"Nessuno in casa nostra sapeva ciò che aveva fatto mamma, fino a quando non le è stato conferito il riconoscimento di Giusta tra le Nazioni". Così Pierluigi Frisini, figlio di Lida Basso Frisini, nata a Pescia nel 1919. Lida tra il 1943 e il 1944 ospitò nella sua casa a Lunata un gruppo di ebrei salvandoli dalla deportazione, riuscendo poi ad organizzare la loro fuga in Svizzera. Il figlio Pierluigi, ieri ha raccontato la storia esemplare di sua madre, agli studenti di tre scuole superiori della provincia di Pistoia (Isi Sismondi, Pacinotti di Pescia, liceo Coluccio Salutati di Montecatini Terme e liceo Niccolò Forteguerri di Pistoia), riuniti nella Sala assemblee della Fondazione Caript, in via de’ Rossi, nell’ambito della Giornata della Memoria per iniziativa della prefettura di Pistoia.

In casa di Lida furono accolti per un anno, da settembre 1943 a settembre 1944, dodici membri della famiglia Gabbai, mentre altri otto ebrei trovarono rifugio presso altre famiglie della piana di Lucca, grazie al suo interessamento. Lida organizzò la raccolta di cibo in favore dei suoi protetti rivolgendosi a famiglie private e al convento dei Padri Carmelitani di Capannori, e organizzò la prima parte della fuga in Svizzera di cinque dei rifugiati con l’aiuto di due partigiani, Michele Lombardi e Roberto Bartolozzi. "Mamma di questa vicenda in casa non ne aveva mai parlato – ha spiegato Pierluigi Frisini – evidentemente aveva rimosso, per i pericoli che aveva corso lei stessa e fatto correre anche ai suoi familiari". Nel 1978 Yad Vashem le conferì il riconoscimento di Giusta tra le Nazioni.

"Questo ci ha riempito di gioia - ha aggiunto Frisini – poi la Provincia di Pistoia le conferì una targa e nel maggio del 2007 il Comune di Pescia le attribuì la cittadinanza onoraria". "Ricordare la Shoah è importantissimo oggi e sempre – ha dichiarato il prefetto Licia Donatella Messina – tant’è vero che la Giornata della Memoria è stata istituita con una legge dello Stato, ed è stato scelto questo giorno simbolico, che corrisponde all’apertura dei cancelli di Auschwitz, che è il simbolo degli orrori del nazismo. Oggi, purtroppo, alle porte dell’Europa c’è una nuova guerra ed è importante far capire e trasmettere questo messaggio di conoscenza e di responsabilità, soprattutto alle giovani generazioni, affinché ciò che è successo non debba più ripetersi". "Questa giornata non deve essere soltanto un mero esercizio della memoria – ha sottolineato il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi – ma deve essere qualcosa che rinnova nei giovani, la tragedia e l’orrore e, soprattutto, li coinvolge in ciò che possono fare oggi affinché nessuna forma di violenza si ripeta. Per questo è importante che iniziative come quella di oggi coinvolgano in prima persona i ragazzi".

Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente della Provincia Luca Marmo, per il quale "il 27 gennaio è idealmente un giorno di festa, proprio perché legato alla riapertura dei cancelli di Auschwitz". Per Miriam Valentino, dell’Ufficio scolastico di Pistoia, "è compito della scuola, dei docenti, in modo particolare adesso che la guerra è vicina a noi, formare i ragazzi e mettere in pratica il ricordo, su quanto è successo tanti anni fa, ma che purtroppo è un argomento ancora attuale". Nel corso della cerimonia, il prefetto Licia Donatella Messina ha consegnato ai familiari dell’internato militare Renato Balleri la medaglia d’onore conferita in sua memoria in un momento di grande commozione. A fine mattinata poi, con il sindaco Alessandro Tomasi e Renzo Corsini dell’Anpi Pistoia, in piazza della Resistenza la deposizione di fiori alle targhe dedicate a Renato Moscato, ebreo pistoiese ucciso ad Auschwitz, ai rom vittime della Shoah e al cippo che ricorda i bambini ebrei vittime di esperimenti medici nel campo di sterminio nazista di Auschwitz-Birkenau. Mirella Moscato, figlia di Renato, ha letto una lettera mentre il Coro Città di Pistoia ha eseguito canzoni yiddish e rom tratte dal Concerto per la Memoria.