VALENTINA CONTE
Cronaca

Sgombero a Vicofaro. La polizia nella canonica. E ora l’accoglienza è finita

Nella struttura alle porte di Pistoia erano rimasti gli ultimi 6 giovani immigrati. Don Biancalani: "Non pensavo si potesse arrivare a tanto, sono sotto choc. Hanno violato una casa di solidarietà e un ospedale da campo, è violenza".

Un momento dello sgombero di Vicofaro. Sulla sinistra, don Massimo Biancalani

Un momento dello sgombero di Vicofaro. Sulla sinistra, don Massimo Biancalani

Ore 12.30, 32 gradi all’ombra, nel piazzale davanti alla chiesa di Santa Maria Maggiore, quartiere di Vicofaro a Pistoia, la polizia entra (sono reparti arrivati da Firenze e Taranto), col benestare del vescovo, in tenuta antisommossa nella canonica con l’obiettivo di far uscire gli ospiti rimasti e ricollocarli altrove. Dentro il centro di accoglienza che da anni suscita furenti polemiche e calorosi slanci di solidarietà sono rimasti pochissimi immigrati: tre usciranno poi via con don Biancalani, altri tre con la polizia.

Uno di loro è uno fragile e tanto intimorito da muovere la mano di un agente, una carezza sul volto per rasserenarlo: "Stai tranquillo", gli dice, mentre la Caritas cerca per il ragazzo la struttura idonea ad accoglierlo e mentre altri poliziotti accompagnano con le Volanti alcune persone in questura. Sono coloro che fanno resistenza e il cui futuro è al vaglio: devono essere identificati per comprendere se hanno carichi pendenti o problemi di tipo amministrativo, i quali ne impedirebbero la permanenza in Italia.

Si chiude così – con don Biancalani che prima lancia il pane ("Dovete portare da mangiare a questi poveri Cristi, ecco cosa dovete fare", urla ai poliziotti); poi recita l’Ave Maria al megafono, poi impreca contro tutti, governo in primis ("Dovete vergognarvi") – la storia di questo centro di accoglienza nato con ottime intenzioni, poi degenerate in condizioni di grande precarietà. Si dormiva ovunque nella canonica, su giacigli di fortuna che avevano invaso anche la chiesa, ammassati, con secchi nelle stanze a raccogliere i bisogni fisiologici, con vetri rotti, fili penzoloni, vestiti e sporcizia.

Non sono mancate risse, violenze, epidemie, accese incomprensioni con i residenti e anche polemiche politiche, con la Lega che ha da sempre fatto sua la causa dei cittadini. Ma al di là delle strumentalizzazioni, lo sgombero ha messo fine a una situazione su cui non consentiva indugiare ancora. "A Vicofaro – aveva detto il vescovo – la situazione igienico sanitaria non permette più un’accoglienza dignitosa, umana e in sicurezza delle persone" e il sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi, aveva firmato un’ordinanza di sgombero, dopo aver ricevuto le allarmanti relazioni di Asl e vigili del fuoco. Nelle ultime due settimane, 160 persone sono andate via spontaneamente, accolte dalla Caritas: hanno un letto, un armadio, servizi igienici e cucina grazie al lavoro instancabile del vicario del vescovo, don Cristiano D’Angelo, della Caritas, della questura e della prefettura.

"Questo è un ospedale da campo", ha ribadito anche ieri il parroco, cui il vescovo, seppur non ufficializzandolo, ha revocato la legale rappresentanza della parrocchia. "Non pensavo si potesse arrivare a tanto. È stata violata una casa di solidarietà. Sono scioccato per questa azione di forza", dice disperato mentre gli ingressi alla canonica vengono sigillati. Presto sarà ristrutturata.