"Mio figlio adesso a scuola è felice. Non cambiate la maestra di sostegno"

Appello della mamma di un bambino di 8 anni: "Ha fatto progressi"

Scuola (foto di repertorio)

Scuola (foto di repertorio)

Pistoia, 14 giugno 2018 - Il legame che si crea tra una maestra e i suoi piccoli alunni è uno dei più importanti, soprattutto all’età della scuola primaria. Le maestre diventano un punto di riferimento durante le ore trascorse in classe e, per le famiglie, un aiuto alla crescita dei figli.

Per un piccolo di 8 anni che soffre di una rara patologia metabolica, la maestra Amelia è un faro che illumina le sue ore scolastiche nella scuola elementare di Piuvica. «Mio figlio, nonostante riesca a correre, camminare e giocare, ha un ritardo psicomotorio ed è iperattivo per cui a scuola ha bisogno del sostegno – racconta la mamma Michela – con fatica siamo riusciti ad avere per Andrea l’insegnante di sostegno come previsto dalla legge 104 del 1992 ma nel suo primo anno di elementare Andrea non è riuscito a integrarsi né con i compagni né con gli adulti. Poi dall’inizio dell’anno scolastico 2017/2018 è arrivata Amelia come insegnante di sostegno, l’unica che, con il suo carattere e le sue capacità professionali, è riuscita a capire Andrea, a farlo integrare, a unire la classe intera e anche tutta la scuola".

La fortuna di avere una maestra del genere si scontra però con la legge italiana e da settembre del prossimo anno, con tutta probabilità, Amelia sarà soggetta ai punteggi delle graduatorie e al conseguente trasferimento in un’altra scuola. Una situazione destabilizzante per tutti ma in particolar modo per il piccolo che stava facendo notevoli progressi guidato da una maestra di cui si fida ciecamente.

«Da quando è arrivata Amelia, mio figlio riesce a prendere la penna in mano, socializza con i compagni e con gli adulti. Ha fatto dei grandissimi passi in avanti rispetto a quanto accadeva prima – continua la madre – assegnargli una nuova insegnante significherebbe fare un passo indietro, una discontinuità totale rispetto al percorso intrapreso. Per questo siamo andati dal sindaco e al provveditorato con una lettera firmata da tutta la scuola, dalle maestre ai bidelli ai rappresentanti dei genitori, per sensibilizzare sulla situazione e chiedere che per una volta sia messo al centro di tutto il benessere del bambino». E adesso la famiglia del piccolo aspetta risposte.

Luisa Lenzi