
scompiglio
Pistoia, 19 agosto 2016 - "Faccio il lavoro che mi piace, che ho sempre voluto fare. E non è semplice, di questi tempi. E’ una cosa davvero rara. E posso solo dire di essere felice e soddisfatto". E’ un campione anche di umiltà, Jonathan Bartoletti detto Scompiglio, il fantino pistoiese cresciuto nel rione del Drago che quest’anno ha centrato la «doppietta» al Palio di Siena. Un’impresa, due palii consecutivi con la stessa contrada e lo stesso cavallo, che non riusciva a nessuno dal 1933. L’ultima, alla vigilia di Ferragosto, è stata la sua quarta volta dopo il debutto vincente del 2007 e la conferma del 2012. Per il momento, niente ferie per Scompiglio e per l’inseparabile moglie, Marzia Di Marco, conosciuta anni fa a una delle feste del Drago.
"Sono sempre qui, c’è ancora tanto lavoro da fare nelle scuderie, per il riposo ci sarà tempo", spiega al telefono da Siena. Pistoia attende di accogliere di nuovo il suo campione e non lo dimentica di certo. Dopo l’ennesima vittoria, tantissimi amici e conoscenti l’hanno chiamato o gli hanno inviato messaggi di congratulazioni. "Ma quello che più conta, per me, è la vicinanza della mia famiglia. E’ ciò che più conta, tutto il resto va e viene – dice lui –. E’ con loro che mi sto godendo questi momenti. So di vivere una cosa increbile, che capita soltanto una volta ogni cento anni e certamente non a tutti. Sono emozioni difficili da spiegare e c’è soltanto da ringraziare proprio perchè soltanto in pochissimi possono provarle", sottolinea confermando l’umiltà del campione purosangue. Ma dietro i successi di Bartoletti ci sono anni di allenamenti e sacrifici portati avanti con serietà assoluta. «Certo, bisogna essere sempre pronti, determinati, non lasciare niente al caso», ammette assicurando che non abbandonerà le piste anche se, per adesso, non sa dire per quali colori correrà nelle prossime edizioni del Palio più famoso al mondo.
Dall'Olimpo dei fantini, Bartoletti non dimentica però la sua Pistoia. Anzi, poco prima di partire alla volta di Siena, Scompiglio non si è voluto perdere la Giostra dell’Orso. Che impressione ha avuto? "Mi sembra che gli organizzatori abbiano cercato di approcciarsi nel modo migliore a un’edizione del tutto particolare – spiega –. Se c’è qualcosa da migliorare, sul piano del regolamento e dei tempi di corsa, è sempre possibile farlo. Intanto hanno corso come hanno potuto". Nessuno pare gli abbia chiesto consigli. Qualcuno da darne? "Sono sempre stato del Drago, che rimane il mio rione. Ma l’organizzazione è giusto venga curata da chi, la Giostra, la segue da vicino durante l’intero l’anno", si congeda il campione.