REDAZIONE PISTOIA

Sciopero e presidio. "Basta morti sul lavoro"

I sindacati in piazza a Prato per chiedere più sicurezza: ora più risorse per la prevenzione, le lacrime di coccodrillo non servono

di Sara Bessi

PRATO

C’è una rosa finita in un ingrannaggio meccanico disegnata con i gessetti colorati sul pavimento di piazza delle Carceri. E c’è una scritta: "Ciao Luana". E ancora: "Mai più". Al presidio organizzato dai sindacati confederali Cgil-Cisl-Uil in concomitanza con quattro ore di sciopero generale hanno risposto in oltre 600 persone, delegazioni di lavoratori provenienti un po’ da tutta la Toscana, per ribadire con la presenza che non sono più tollerabili morti bianche, come quella di Luana D’Orazio, 22 anni che ha perso la vita mentre era al lavoro ad un macchinario nell’Orditura Luana, a Oste, lasciando un bambino di appena 5 anni e mezzo. E come quella di Sabri Jaballah, anche lui 22 anni, operaio di nazionalità tunisina, schiacciato da un macchinario apriballe il 2 febbraio in un’azienda tessile di Montale.

Un minuto di silenzio, sessanta secondi per pensare a queste giovani vite spezzate nel fiore dell’esistenza, mentre erano impegnate sul lavoro per garantire un futuro a se stessi e ai propri cari. Dalla piazza si è levata una denuncia corale: "Morire di lavoro oggi non solo è inconcepibile, è intollerabile". E anche la richiesta lanciata da piazza delle Carceri è stata unanime, forte e chiara: la sicurezza nei luoghi di lavoro come priorità non più teorica, ma pratica, al di là delle logiche del profitto. Giovanni Bartolomei ha reso omaggio alle vittime sui luoghi di lavoro con un intervento in ottava rima: poi si sono succeduti una serie di interventi sia di lavoratori che di rappresentanti sindacali, che hanno parlato dal Castello dell’Imperatore per sensibilizzare ancora una volta sull’importanza della sicurezza nei luoghi di lavoro. Toccante l’intervento di Stefania Valente, rsu e delegata Cgil in un’azienda tessile, operaia e madre, che ha chiesto alle istituzioni di intervenire "per fermare tutto questo", riferendosi alla morte di Luana D’Orazio. Valente ha fatto anche un appello ai lavoratori affinché "non si girino dall’altra parte".

Tra i presenti in una piazza delle Carceri anche diversi sindaci della provincia, fra cui Matteo Biffoni (Prato) e Simone Calamai (Montemurlo), come pure il governatore toscano Eugenio Giani e l’assessore regionale a istruzione e impiego Alessandra Nardini. Fra i lavoratori ha partecipato anche una delegazione dei Si Cobas e degli ex lavoratori della Texprint, che hanno colto l’occasione per chiedere al presidente regionale un incontro sulla loro questione. Da Mantova è arrivata Elena Soccornini, lavoratrice della azienda Corneliani, che in rappresentanza delle maestranze, della rsu Cornaliani e Filctem Cgil, ha portato "solidarietà alle colleghe di Luana con una lettera e con un pensiero, che ci ha sostenute nei 18 mesi di vertenza con l’azienda, che si è chiusa positivamente: nessuno si salva da solo. Dobbiamo fare in modo che nessun lavoratore abbia lo stesso destino di Luana e Sabri". Forte la rivendicazione del segretario generale della Cgil Prato, Lorenzo Pancini: "Questa piazza evidenzia la necessità da parte della politica e delle istituzioni di non avere più lacrime di coccodrillo, ma di investire in sicurezza e prevenzione, di destinare maggior risorse per chi fa vigilanza ed individuare quei meccanismi per obbligare i datori di lavoro ad applicare il testo unico sulla sicurezza". E invoca un cambiamento sul modello produttivo "che ha fatto dello sfruttamento lavorativo e la mancata tutela dei lavoratori un modo per fare profitto. Questa piazza non reclama soltanto attenzione sul tema della sicurezza ma la restituzione della dignità al lavoro".

Per il segretario Uil Toscana Annalisa Nocentini "si sta chiedendo la stessa cosa del 2009: il lavoro, la sicurezza e portare a casa il pane. Il primo maggio non è più una giornata di festa ma di lotta perchè si ha la sensazione di dover rilottare per riacquisire diritti che si pensava di aver acquisito". Per Erika Caparrini, segretaria Cisl Firenze-Prato "ci sono tante leggi e molte sono disattese. Si deve guardare a ciò che abbiamo, avere la consapevolezza di come vengono formati i lavoratori e di come stanno nei luoghi di lavoro".