"Sbalzi repentini, a rischio le piante da frutto"

Il professor Ferrini: "Il clima è cambiato troppo velocemente. E con l’ondata fredda, saranno danneggiate le colture pronte a germogliare"

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"Il clima non sta cambiando. Il clima è già cambiato". Esprime così la sua preoccupazione Francesco Ferrini, ordinario di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree dell’Università di Firenze e presidente del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia, a seguito dei repentini sbalzi di temperatura che stanno caratterizzando queste settimane.

Il clima è cambiato, professor Ferrini. Possiamo quindi dire che è sbagliato affermare che ci troviamo davanti a una situazione impazzita?

"A mio parere, sì. Non sono d’accordo con chi dice che il clima è impazzito. Il vero problema è che ci troviamo davanti a cambiamenti climatici che presentano una velocità molto superiore rispetto a quanto avevamo ipotizzato anche solo pochi anni fa".

Del resto, le mimose sono fiorite a Befana…

"Questo è un aspetto. A dire la verità le mimose sono quelle che danno più nell’occhio. E proprio perché danno nell’occhio in molti si saranno accorti che la loro fioritura ormai da anni è anticipata rispetto al periodo di inizio marzo che collegava la mimosa alla festa della donna".

Sì, ma a inizio gennaio non ricordo di averle mai viste già così in fiore. Non trova?

"Senza dubbio. E se è stato inusuale vedere le mimose già quasi ‘pronte’ poco dopo capodanno, a far paura è trovare fiorite alcune specie che dovrebbero esserlo in estate".

C’è un altro aspetto, quello degli alberi che perdono le foglie in grande ritardo o non le perdono affatto. Anche questa è una conseguenza delle temperature fuori controllo?

"Ahimè sì. Vedere pioppi, olmi, platani e anche alcune querce ancora con le foglie verdi sulla chioma è davvero straniante. Oltre a rappresentare una grandissima anomalia".

Quali conseguenze pensa dovremo trovarci ad affrontare dal punto di vista delle coltivazioni?

"Nel futuro, e per il futuro intendo un periodo non troppo lontano, bisognerà rivedere alcune coltivazioni, scegliendo piante più adatte al nuovo clima".

Qualche esempio?

"Penso ad alcuni tipi di mela. Si dovranno selezionare quelle varietà con un fabbisogno di freddo minore".

Che intende per fabbisogno di freddo?

"Le piante da frutto necessitano di un certo numero di ore sotto i 7 gradi per completare il loro ciclo. Quando gli inverni sono miti, si può registrare un prolungamento della dormienza, a causa del mancato soddisfacimento del fabbisogno in freddo. Ciò può determinare una irregolare e variabile schiusura delle gemme e, quindi, rappresentare un vero e proprio limite alla produttività economica delle colture frutticole. Con questo trend climatico temo che sarà sempre più difficile garantire le 600 o 900 ore di freddo necessarie ad alcune varietà per completare il loro ciclo di differenziazione".

Cosa si rischia con l’arrivo di quest’ondata più fredda?

"Per alcune specie, data l’anomalia climatica, le gemme erano pronte a germogliare. Con il crollo delle temperature e estese gelate il rischio è che si possano verificare danni, anche se le probabilità sono basse".

Davide Costa