San Salvatore, un gioiello pieno di sorprese

Dopo due secoli riapre al pubblico l’antica chiesetta di via Tomba di Catilina e diventa un museo. Oggi il taglio del nastro

Che emozione ripercorrere il cammino all’indietro, guardando a quel lontano 2015 quando tutto ebbe inizio. San Salvatore allora si presentava come "un ambiente scuro, desolato e sporco, come diversamente non avrebbe potuto essere dopo un abbandono lungo due secoli". È bastato cominciare a limare un po’ le pareti per scoprire una primizia che da sola incoraggiava ad andare avanti, una porzione di pittura a muro che emergeva a firma, si vedrà poi, di Lippo di Benivieni. Oggi è una festa vera per l’ex chiesetta di via Tomba di Catilina, San Salvatore appunto, che si racconta per la prima volta agli occhi della comunità (apertura al pubblico dalle 16) in una narrazione che sfrutta una molteplicità di linguaggi – sonoro, visivo, tattile – per esprimere il senso artistico del contesto, un pezzo di storia della città antichissima, forse tra le più antiche (la datazione la vuole risalente al X secolo circa). Alla stampa l’onore di un’anteprima nella giornata di ieri, servita a raccontare la chiusura del cerchio, grazie alla quale Pistoia Musei, che gestisce questo sito concesso in comodato dal Capitolo della Cattedrale, tocca quota quattro sedi museali in un dialogo fitto e intenso con la città tutta. A far gli onori di casa il presidente della Fondazione Caript Lorenzo Zogheri e la direttrice di Pistoia Musei Monica Preti, che con grande orgoglio hanno aperto le porte raccontando di una gestazione lunghissima per via dei numerosi ritrovamenti archeologici e cavilli formali ai quali nel tempo si è andati incontro. "Non sembra vero oggi inaugurare questo sito dopo un lavoro tanto complesso quanto proficuo – ha detto Preti –. Un luogo che molte affinità ha con il Palazzo dei Vescovi, nel quale tra poco potremo, tra l’altro, aprire il percorso archeologico. Un museo per essere tale deve essere abitato e fruito, ecco perché vorremmo che San Salvatore divenisse punto di riferimento per le scuole. Il nuovo spazio rimarrà aperto tutti i giorni la prossima settimana, poi dal venerdì alla domenica dalle 10 alle 18". A illustrare il recupero Claudio Rosati, responsabile del progetto museologico, assieme a Nicola Becagli che invece ha seguito la parte museografica. "La chiesa – ha sottolineato Rosati – non è al servizio del museo. Accade semmai il contrario, grazie a quella molteplicità di linguaggi che la raccontano in un lavoro minuzioso e accurato, talvolta anche davvero complesso portato a termine dai tanti attori coinvolti nel processo di rilancio". Chi entrerà in San Salvatore dunque incontrerà tracce autorevoli risalenti a epoche romane e altomedievali, il pozzetto votivo contenente reliquie di vario tipo – vasi, spilli, monete, persino un dado da gioco –, frammenti di un mosaico proveniente da una domus romana rivenuti più di cento anni fa in piazza del Duomo, la narrazione degli scavi nella chiesa e la leggenda di Catilina". Al taglio del nastro oggi, oltre a Zogheri e Preti e ai curatori Rosati e Becagli, il vescovo Fausto Tardelli, il sindaco Alessandro Tomasi e il soprintendente Andrea Pessina.

linda meoni