
Pistoia, 8 settembre 2023 – L’accordo che, in questi giorni, le Rsa del territorio hanno firmato con la Regione Toscana è di quelli importanti e va nell’ottica di provare a risolvere alcuni problemi segnalati già da anni e che adesso – questo l’obiettivo nelle intenzioni generali – potranno essere superati. Nello specifico, la Giunta dell’ente fiorentino si è impegnata ad incrementare progressivamente il proprio contributo economico della quota sanitaria giornaliera in favore degli anziani non autosufficienti con questa ripartizione: 2 euro dal primo luglio scorso, 1,60 euro dal primo gennaio 2024 e 1,50 euro dal primo giorno del 2025.
"La salvaguardia della qualità della vita è per noi una priorità assoluta – il commento del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani – in questa direzione va l’accordo che sottoscriviamo: ritengo che dopo l’emergenza causata dal Covid sia il momento di fare un salto di qualità nei servizi che possono caratterizzare la Toscana come regione d’avanguardia sul piano della salute e dell’assistenza".
L’accordo raggiunto è considerato come molto importante anche sul nostro territorio, dove il mondo delle Rsa è particolarmente radicato e diffuso. Ma, soprattutto, si vuole mettere in evidenza che questa intesa rappresenta un punto importante di partenza per provare a mettere una stretta su "avventurieri" esterni sempre pronti a subentrare. "Dopo tre anni di confronti – afferma Maurizio De Scalzi, coordinatore del Comitato di coordinamento dei gestori delle Rsa – è stato preso atto delle difficoltà con le quali quotidianamente il nostro settore deve combattere, aspetti non esclusivamente di natura economica ma anche organizzativa che erano già importanti e che si sono aggravati e sovrapposti a nuove criticità emerse con la pandemia e con le conseguenze della crisi energetica dovuta alla guerra. Unitamente a questo aspetto di base, era fondamentale anche poter riconoscere un altro filone che ci sta particolarmente a cuore e che ci preoccupa ovvero il via libera a nuove strutture imponenti senza programmazione ed in barba alle normative vigenti. Come fanno questi avventurieri? Se c’è il limite di 80 posti letto in una Rsa, si aggira costruendone due adiacenti per poterne ottenere 120 o 160: finalmente la Regione si è presa l’impegno, nero su bianco, di mettere un freno a questo tipo di operazioni".
Ma le problematiche del comparto sanitario non finiscono qui e, per certi versi, si sovrappongono anche a quelle che quotidianamente emergono, purtroppo, in ambito medico, ospedaliero e legate al settore pubblico. "È fondamentale anche per le Rsa formare il personale – aggiunge De Scalzi – è oramai costante la mancanza di infermieri, così come di operatori socio-sanitari e, negli ultimi tempi, si registra anche un calo notevole di fisioterapisti, figure essenziali per portare avanti l’attività nelle varie strutture dislocate sul territorio. Siamo consapevoli del momento che viviamo e apprezziamo lo sforzo che è stato fatto nell’aumento del contributo della retta, ma è altrettanto vero che siamo ancora ben lontani da quel che serve". Ecco perché, nell’accordo, è stata inserita una ulteriore parte che guarda al futuro.
"Sarebbe necessaria almeno una cifra doppia di aumento rispetto a quella stanziata attualmente – conclude Maurizio De Scalzi scendendo ancora più nel dettaglio della sua analisi e annunciando le prossime mosse – ed è per questo che daremo mandato, entro breve, ad un gruppo terzo esterno alla Regione ed al Comitato di realizzare uno studio comparato per capire quelli che sono i costi reali di gestione di una Rsa. Noi lo sappiamo già, ma è ovvio che, in questo frangente, deve essere un ente esterno a dirlo e non le parti in causa: soltanto in quel momento si capirà che ci sarà bisogno di un ulteriore provvedimento. Intanto però riteniamo ottimo questo protocollo d’intesa, mentre per il resto si tratta di passare dal piano politico a quello operativo".
S.M.