Da Cioni la bolletta è raddoppiata. "Dovrei far pagare il pane 5 euro"

"Il rischio è che molte aziende si trovino costrette a licenziare e infine ad abbassare la saracinesca"

Alessandro Cioni, titolare del ’Panificio saporito’ di Vignole e presidente di Assipan

Alessandro Cioni, titolare del ’Panificio saporito’ di Vignole e presidente di Assipan

Pistoia, 1 settembre 2022 - "È un bel problema". Sono queste le prime parole di Alessandro Cioni, titolare del ’Panificio saporito’ di Vignole di Quarrata e presidente di Assipan Pistoia. "E dico un bel problema – aggiunge – per cercare in tutti i modi di essere ottimista... La questione delle bollette ci sta esplodendo in mano e se non verranno trovate soluzioni radicali e immediate il rischio è che tante aziende inizino prima col ridurre il personale e poi decidano di arrendersi e tirare giù i battenti".

La bolletta energetica dell’attività di Cioni è schizzata in poco meno di un anno da una media di 1.300-1.500 euro agli attuali 2.500-3mila euro al mese. Un problema che Cioni ha riscontrato già da novembre dell’anno scorso.

"Appena ci siamo resi conto di questi rincari – spiega – ci siamo mossi con un consulente per cambiare gestore. Ma da qualche mese la situazione è di nuovo peggiorata. I panifici non sono considerate aziende energivore, ma il costo dell’energia ha per noi una notevole incidenza notevole sul prezzo finale del prodotto, che è rincarato di almeno il trenta per cento. Sta ai singoli imprenditori, poi, decidere quanto di questo rincaro far ricadere sul prezzo finale e, di conseguenza, sulle persone. Finora noi abbiamo cercato di assorbire una parte dei costi in più, ma stante queste bollette è impossibile andare avanti così".

L’altra strada , oltre al rincaro dei prezzi, è la dilazione delle bollette. "Ma non può essere questa la soluzione – prosegue Cioni – perché la rateizzazione va a sommarsi alle fatture successive e quindi non solo non risolve la questione, ma al contrario rischia di spostare il problema più in avanti.

Bisogna capire che la coperta che si sta tirando è sempre più corta. Ogni poco mi trovo costretto a fare un punto con il commercialista: un resoconto economico e finanziario dell’azienda per capire come stanno andando le cose e dove si può risparmiare qualcosa. È una situazione davvero difficile e se le cose non cambieranno si rischiano ripercussioni molto pesanti.

A partire dal personale: molti di noi non sanno per quanto potranno continuare a dare lavoro allo stesso personale di un anno fa se i costi da sostenere nel frattempo sono aumentati in maniera vertiginosa. Bisogna evitare di arrivare al punto in cui le aziende non ce la fanno più e sono costrette a chiudere i battenti".

E alla domanda sulla cifra alla quale sarebbe necessario vendere un chilo di pane per consentire ai produttori di "vivere tranquilli", Cioni risponde quasi rassegnato. "Bisognerebbe che costasse almeno cinque euro al chilo – spiega con la faccia scura e il tono di voce che si fa ancora più pesante –. Ma dove i cinque euro sono quelli del prodotto da forno ‘base’. A queste cifre, però, il rischio è che molte persone non riescano più a permettersi nemmeno di acquistare un filone".

In chiusura Cioni, anche nelle sue vesti di presidente provinciale di Assipan, lancia un appello alle istituzioni che non possono di certo rimanere impassibili davanti a una simile emergenza. "Serve aiuto e serve subito – commenta senza lasciare spazio all’interpretazione –: l’allarme è serio e ha bisogno di risposte altrettanto serie. Altrimenti il destino rischia di essere già scritto".