Rincari alle stelle, per il pane spenderemo 115 euro in più

A Firenze il record della Toscana. Coldiretti: le famiglie spenderanno 564 euro in più nel 2022 per la spesa

Una panetteria

Una panetteria

Firenze, 27 agosto 2022 - "Questa è la tempesta perfetta, e non è per modo di dire, il momento che stiamo vivendo è difficilissimo". A lanciare l’allarme è Coldiretti, che tramite il suo report sull’inflazione per il mese di luglio, ha dato un’immagine complessiva della situazione Toscana. I prezzi dei generi alimentari, infatti, stanno salendo ancora. Il nuovo balzo dell’inflazione spinto dalle quotazioni record del gas costerà alle famiglie toscane 564 euro in più solo per la tavola per acquistare pane, pasta, carne e verdure, a causa del mix esplosivo dell’aumento dei costi energetici legato alla guerra in Ucraina e del taglio dei raccolti per la siccità che aumenta la dipendenza dall’estero e alimenta i rincari. Le famiglie toscane spenderanno 900 milioni di euro in più per fare la spesa nel 2022.

"Già a gennaio scorso, prima della guerra, ci eravamo accorti del forte rialzo delle bollette - continua Angelo Corsetti, direttore di Coldiretti Toscana -, rispetto all’anno prima. Sono tanti i prodotti e i settori che stanno vivendo un momento di crisi, dovuto da una serie di fattori diversi: dalla siccità, al maltempo fino ai rincari energetici dovuti alla guerra in Ucraina". Sulla base dei dati forniti dell’indice Nic dell’Istat l’inflazione generale in regione ha raggiunto l’8%, superiore al dato nazionale (7.9%), e Firenze è a sua volta capofila con un incremento progressivo del livello medio generale dei prezzi del 8.6%. La categoria per la quale le famiglie spenderanno complessivamente di più è il pane, pasta e riso, con un esborso aggiuntivo annuale di quasi 115 euro,come sottolinea Coldiretti nella sua nota. Secondo gradino del podio per carne e salumi che costeranno 98 euro in più rispetto al 2021 e le verdure (+81 euro). Seguono latte, formaggi e uova con +71 euro e il pesce con +49 euro, davanti a frutta e oli, burro e grassi. Se i prezzi per le famiglie corrono, l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne dove più di una azienda agricola su 10 è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben il 38% si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione, secondo il Crea. In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio.

"Il grano è l’esempio più lampante - spiega Corsetti -. In un anno in cui, a causa della siccità scarseggiano gli altri cereali, anche il grano diminuisce a seguito del grande caldo che quasi brucia le spighe, facendole rendere molto meno ". "Un altro problema che sta mettendo in ginocchio tutto il paese - conclude -. Il costo del gasolio agricolo è aumentato in maniera incontrollata, giusto per fare un esempio. Se prima c’era bisogno di annaffiare un prodotto una volta, con certi prezzi, era un conto. Questa estate erano decisamente più alti i costi per le aziende, che per di più dovevano annaffiare 5 volte per il maltempo. Questo costringe ad aumentare i prezzi. Per questo dico che siamo nella tempesta perfetta, non è una frase fatta".

"Bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro. – conclude il presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi - Torniamo a ribadire la necessità di lavorare ad accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi".

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