Pistoia: siccità, guerra e rincari in bolletta. "Agricoltura in crisi, reggono i vivai"

Il direttore della Coldiretti, Ciarrocchi, lancia l’allarme per le speculazioni su energia e materie prime". Ulivi e viti ora soffrono per lo stress idrico, mentre la resa del mais è minacciata anche dai cinghiali"

Pistoia, 12 agosto 2022 - La siccità e i costi preoccupano il direttore di Coldiretti di Pistoia Francesco Ciarrocchi.

Facciamo il punto sull’agricoltura pistoiese in questo difficile agosto. Iniziamo dai costi energetici, qual è l’impatto sulle aziende?

"È iniziata poco meno di un anno fa la tempesta perfetta, che ha portato l’agricoltura sull’ottovolante dell’incertezza: ondata speculativa sui prezzi energetici e di tutte le materie prime, guerra, siccità. Sono aumentati i costi (raddoppiati per alcune voci), la siccità ha ridotto le produzioni nei campi e nelle stalle, il nostro vivaismo ornamentale, il settore principe per Pistoia, dopo l’invasione russa in Ucraina, ha visto azzerare il mercato delle repubbliche ex sovietiche, uno di quelli che era in crescita esponenziale. C’è preoccupazione, ma almeno si comprende la centralità del settore primario".

In che senso?

"L’autosufficienza alimentare è una necessità dell’oggi e per Pistoia c’è la consapevolezza di essere tra i principali produttori europei delle piante del futuro che combattono gli effetti dell’aumento di temperatura".

Quali sono le conseguenze del cambiamento climatico?

"L’agricoltura è il primo settore a vedere concretizzarsi i nuovi ritmi delle stagioni. Vedremo presto più ulivi irrigati, vigneti a quote più alte. Gli impianti goccia a goccia saranno indispensabili per molte colture, per risparmiare l’acqua. In questo senso è preziosa l’esperienza del nostro vivaismo ornamentale: grazie alla lungimiranza e agli investimenti in impianti irrigui goccia a goccia degli imprenditori il settore sta reggendo meglio di altri".

Cosa fare per prevenire i danni della siccità?

"Oltre ad adeguati cofinanziamenti pubblici per gli investimenti aziendali in impianti irrigui, è indispensabile non disperdere acqua piovana. Oggi in Italia solo 11% dell’acqua meteorica viene recuperata, l’89% finisce in mare e si spendono anche soldi per farcela arrivare. Coldiretti insieme ad Anbi (consorzi di bonifica) ha messo a punto il piano laghetti, per realizzare 10mila invasi medio-piccoli e multifunzionali entro il 2030, in zone collinari e di pianura. In Toscana potrebbero essere realizzati 34 nuovi invasi subito cantierabili. Pistoia può fare molto in questo senso, si sta già lavorando per piccoli e grandi invasi".

Il punto settore per settore, partendo dal vivaismo.

"Il vivaismo ornamentale sta soffrendo ma grazie agli investimenti fatti sta reggendo meglio di altri. Con tanta fatica e con l’ausilio di autobotti in alcuni campi, cosa che prima avveniva solo ad estate inoltrata. Non mancano comunque piante ‘bruciate’ in cima, che non è detto si riprendano. Nel settore floricolo il surriscaldamento delle serre rallenta il ciclo di maturazione dei fiori".

Gli ulivi come stanno?

"I 7mila ettari di uliveti in provincia di Pistoia soffrono a macchia di leopardo. Il repentino esordio della stagione calda ha inciso negativamente sull’allegagione dei frutti, con colatura dei fiori fuori dall’ordinario sin da maggio, e poi con le piccole olive in fase di crescita che stanno cadendo a terra secche. Le perdite produttive variano a seconda dell’esposizione dell’uliveto e della capacità del terreno di trattenere l’umidità. Si preannuncia comunque un’importante riduzione di produzione".

E le vigne?

"Per ora uva bella e abbondante, soprattutto le viti su terreni argillosi. Quelle giovani, con radici meno profonde, sono già in stress idrico".

Mais e girasole?

"Più 70% di costi produttivi. A fronte di una resa media di 80 quintali per ettaro nel 2021, la siccità ha già quasi dimezzato la resa attesa. La resa per ettaro calerà sicuramente per i danni provocati da cinghiali e piccioni, e si azzererà se non ricomincerà a piovere".

E i frutti di bosco?

"Soffrono per il caldo e per le grandinate improvvise con una stima di calo produttivo che può arrivare al 40%".