Ricerca e conoscenza: le donne protagoniste al Forteguerri

Progetto speciale al liceo economico e sociale. Diverse classi hanno approfondito le storie al femminile, dal Medioevo fino a oggi

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La vera libertà? E’ lì dove esiste possibilità d’esprimerci e raccontare chi siamo. Perché a fare la vera differenza non è un genere: sono piuttosto la testa e il cuore delle persone. Eppure sembra ancora di vivere nel tempo della retorica e dell’illusione, nel tempo in cui "farcela" pare ancora roba da uomini. Dal lontano Medioevo fino ai giorni nostri, alla storia di sofferenza e trionfo che si riassume in un nome, Nadia Nadim, icona del calcio al femminile scampata alla furia talebana, oppure ai successi spaziali di Samantha Cristoforetti, fino ai dati che raccontano un gap tra sessi nel lavoro che appare insormontabile.

Non c’è materia più trasversale e universale di quella che tratta le donne, come sanno i ragazzi del liceo economico sociale Forteguerri (classi III E e B, IV H, IV E e H), al centro di uno degli interventi dell’iniziativa "Esperienze a confronto" in sala Maggiore a Palazzo di Giano in occasione della Giornata internazionale della donna, sotto il faro guida delle docenti di italiano Jessica Cancila e Margherita di Pisa, di quella di scienze umane Anna Maria Imbarrato, della prof di matematica Selena Marinelli e di quella di diritto-economia Stefania Nesi. Un progetto che ha le sue fondamenta su un concetto-bussola utile ogni qualvolta ci si immerga in un viaggio nella storia: conoscere per cambiare. A scegliere le storie da approfondire sono stati proprio i ragazzi, spostando la loro attenzione su vicende al centro delle cronache fino ad alcuni paradossi, come il caso del focus "Donne e armi" dei ragazzi della VH, che hanno scavato fino alle origini di uno dei nuovi esempi di emancipazione femminile, quello della donna armata. "Può l’arma annullare le differenze di genere? A partire da questo modello – si chiedono i ragazzi – sono diminuiti gli episodi di violenza? No, questa non è che l’illusione di un’emancipazione e immagini come quelle che ci arrivano dalla rivista americana ‘Women&Guns’ o dai teatri di guerra ci spaventano anziché renderci orgogliosi".

"Il nostro approccio al progetto – spiegano i ragazzi della III E – ha voluto guardare alle svolte positive. Ogni piccolo passo in avanti, ogni evoluzione al rialzo per le donne, seppur ancora a rilento, è un dato positivo". Poi il focus della IIIB sulle donne nel Medioevo, con modelli sociali incredibilmente attuali in alcune parti del mondo e infine quello dei ragazzi della IV H: "Migliorare le politiche sociali, investire nel welfare e abbandonare quell’idea per cui cura e accudimento spettino alla donna. La parità salariale? Utile, ma non sufficiente".

linda meoni