Ricciarelli, un simbolo Storia imprenditoriale lunga quasi due secoli "Ancora nuove sfide"

Ricciarelli, un simbolo  Storia imprenditoriale  lunga quasi due secoli  "Ancora nuove sfide"

Ricciarelli, un simbolo Storia imprenditoriale lunga quasi due secoli "Ancora nuove sfide"

PISTOIA

Tutto cominciò col rame. Pistoia, anno 1843, al timone c’è Garibaldo Ricciarelli. Un’intuizione invertirà presto la rotta e Ricciarelli diverrà azienda di produzione di trafile per pasta. Basta un numero per capire quanto felice fu quell’intuizione: 180, tanti quanti sono gli anni che quella stessa azienda, la Ricciarelli Spa (diventata tale nel 2003), festeggia oggi. La fotografia odierna racconta di una realtà d’impresa solida, in crescita nei numeri, con le spalle larghe per affrontare le sfide (spesso imprevedibili) del tempo che viviamo. Guidata dagli inizi Duemila dall’imprenditore barese Vito Marino Milella che in quegli anni l’ha acquistata, oggi la Ricciarelli può vantare più di seimila linee di confezionamento nel mondo, con oltre settanta Paesi serviti e circa cento dipendenti nell’azienda di Pistoia.

Ricciarelli è di fatto l’unica del settore a presentarsi come ‘system integrator’ capace cioè da sola di disegnare, progettare e installare l’intera linea di confezionamento. A ribadire la bontà di tanto lavoro l’inserimento dell’azienda due anni fa nel registro dei marchi storici di interesse nazionale voluto dal Ministero dello Sviluppo economico. Lo speciale compleanno è spunto per raccontare di sé. Lo facciamo col direttore commerciale, Daniele Bagni.

Cominciamo dal traguardo: 180 anni. Come si arriva fin qui così in salute?

"Tentando di rinnovarsi sempre, stando attenti a quelle che sono le richieste del mercato e cercando sempre nuova linfa per alimentare le nostre ricerche".

Tra le fiere di settore più recenti e importanti, Ricciarelli è reduce da Interpack, in Germania. Che momento vive il settore?

"Lo stato di salute generale del settore è buono, c’è vivacità, anche se ci stiamo confrontando con delle situazioni fino a qualche tempo fa sconosciute. Parlo della scarsa disponibilità di materiali per poter allestire le macchine, il che si traduce in complicazioni per tutto il settore. Ma in fiera ci siamo presentati con fiducia. Ora lavoriamo per tradurre le tante potenziali richieste di fornitura in realtà". Capitolo caro-energia: questa voce incide sul bilancio di Ricciarelli?

"Il problema ha avuto una ricaduta più sui nostri clienti, principalmente pastifici, che sulla nostra azienda, che dunque ne subisce gli effetti di riflesso. L’impatto di questi aumenti specialmente nel mercato italiano è stato forte e certo ha causato anche rallentamenti negli investimenti. Per quel che ci riguarda si tratta di un problema che riscontriamo sull’acquisto dei singoli materiali e dei pezzi".

Che parte attiva svolge Ricciarelli a proposito di sostenibilità?

"Da tempo cerchiamo con la collaborazione dei clienti di adattare le macchine che utilizziamo alla lavorazione con materiali di carta anziché plastica. Una conversione che abbiamo completato, pur consapevoli del decremento di produzione che comunque è minimo".

Trasformazione digitale e Piano transizione 4.0: come affrontate la sfida?

"Cercando di fare quanta più di automazione possibile nei nostri impianti per renderli completi dal punto di vista informatico così che l’utilizzatore finale possa sfruttare al massimo le caratteristiche di quello stesso impianto".

Nuovi mercati all’orizzonte?

"Nel recente passato avevamo un contatto molto vicino con la Russia. Ci stiamo mantenendo vigili su questo fronte, ma abbiamo cercato di supplire a questa evidente flessione affacciandoci su mercati in crescita. Parlo dell’Africa, il bacino Mediterraneo ma anche l’Africa Nera, Nigeria, Cameron, Angola, per non citare l’Egitto che frequentiamo ormai da tempo. Questo è un mercato che va a onde e vive dei picchi. Seguendo queste correnti dobbiamo orientarci verso nuove zone".

Altra questione battente quella della manodopera che manca. Com’è la situazione in Ricciarelli?

"Sono tante le assunzioni fatte nel recente passato, con l’ingresso di tanti giovani che hanno portato voglia ed energia. Ciò che appare più complesso è invece reperire tecnici specializzati trasfertisti".

Ricciarelli è impegnata anche in progetti ad alta rilevanza sociale e umanitaria, come quello recente in Afghanistan a sostegno della microimprenditoria femminile.

"Avevamo fatto un’esperienza simile qualche anno fa, quella volta con un impianto destinato ad Haiti. L’opportunità capitata in Afghanistan ci è apparsa sin da subito interessante e l’abbiamo colta senza indugi per rinnovare la nostra volontà a collaborare a iniziative di tipo sì economico, ma anche sociale-umanitario".

linda meoni