Record disoccupazione. Pistoia maglia nera tra le città toscane: le donne penalizzate

La media Istat è del 7,1 per cento: poche le persone che cercano impiego. Il dato negativo è in crescita nel 2023 e supera le altre province. Migliore la situazione dei giovani

Pistoia, 26 marzo 2024 – Se la locomotiva dal nome "area metropolitana" continua a stantuffare meglio che può per cercare di imporsi sul mercato locale ed internazionale, il nostro territorio continua a rimanere l’ultima carrozza di un treno che rischia di andare sempre più veloce per il ritmo che l’occupazione ha a queste latitudini. Secondo l’elaborazione dei dati Istat, analizzati dall’ufficio regionale di statistica sulla forza lavoro, la provincia di Pistoia mantiene la scomoda "maglia nera" per quanto concerne il tasso di disoccupazione che si attesta al 7,1%, di poco inferiore a quella che è la media nazionale (7,7%) ma di gran lunga più alto di quello toscano che, a fine 2023, arriva in media al 5,3%.

E’ l’ennesimo campanello d’allarme di un territorio che, nonostante la presenza di attività importanti, è in grossa difficoltà ed a testimoniare questo aspetto c’è un ulteriore dato preoccupante. Con un panorama da record di disoccupati, infatti, ci dovrebbe essere di contro un alto tasso di persone in cerca di occupazione ed invece siamo intorno a quota 9mila (equamente divisi fra maschi e femmine): gli stessi che, per esempio, ha Arezzo ma con oltre il 2% in meno di disoccupazione di media. Questo cosa significa? Che il lavoro manca, soprattutto quello di qualità, ma allo stesso tempo sono abbastanza poche le persone che lo vanno a cercare. Eppure l’offerta, valutando quello che si vede in giro, non sembrerebbe mancare. Ecco perché il rischio è di far parte di un corto circuito dal quale è difficile uscire.

Analizzando in maniera più attenta i dati forniti, ricordiamo che sono aggiornati alla fine dello scorso anno, la disoccupazione in provincia passa dal 5,8% per gli uomini, secondo posto in Toscana dietro alla sola Massa (6,1%) e davanti a Arezzo (5,5%), mentre per le donne sale fino all’8,7% ed anche in questo frangente è sul secondo gradino del podio dietro a Lucca addirittura all’11,1%. Media totale che, come detto, porta al 7,1% sopravanzando la stessa Lucca al 6,7%, che sta attraversando un momento produttivo ed occupazionale complesso, e Massa Carrara col 6,1% mentre il gruppo è chiuso da Siena con una disoccupazione "soltanto" al 3,5%.

Da qui, poi, parte il confronto con quella che è la forza lavoro attualmente disponibile sul campo: la provincia di Pistoia si attesta al 71,2%, terz’ultimo dato in Toscana (fa meglio soltanto di Livorno col 69,8%, Massa Carrara che ha il 70,6% e guarda da vicino ancora Lucca che è al 71,4%), con una ripartizione che va dal 79,4% in campo maschile al 63,1% per il gentil sesso arrivando al numero complessivo di 132mila occupati sul territorio. Capitolo ancora a parte è quello relativo all’occupazione dei giovani, nella fascia d’età indicata da Istat fra i 15 ed i 24 anni, quindi si intende anche coloro che lasciano molto presto gli studi. La provincia si trova con un tasso per i maschi del 26% e delle femmine al 25% (media complessiva, semplice da fare, al 25,5%): in questo frangente la panoramica è meno preoccupante perché vale il quarto posto in Toscana dietro Massa Carrara (addirittura al 3 4%), Prato e Livorno. Questo cosa vuol dire? Che le province che soffrono, complessivamente, di più un numero basso di occupati hanno - di contro - i maggiori valori in termini di lavoro per i giovani, certificando come le difficoltà più grandi siano legate alla fascia "media" che va dai 34 ai 50 anni.