Adescata a 14 anni sui social: chiesta la condanna a quattro anni

Sotto accusa un uomo che si era presentato come personal trainer e poi aveva indotto la ragazzina a inviargli foto a contenuto pornografico. La mamma aveva scoperto la chat e denunciato tutto alla Postale

Polizia postale (foto di repertorio)
Polizia postale (foto di repertorio)

Pistoia, 13 agosto 2023 – Si è conclusa ieri pomeriggio, davanti ai giudici del collegio (presidente Alessandro Buzzegoli, a latere Paolo Fontana e Alessandro Azzaroli), la discussione di un delicato processo che vede imputato un uomo originario di Napoli, su cui grava l’accusa di pornografia minorile, ai sensi dell’articolo 600 ter , II comma: avrebbe indotto un’adolescente a inviargli, sul suo telefono cellulare, immagini con contenuto pornografico. Ed è con questa accusa che il pubblico ministero Luigi Boccia, al termine della sua requisitoria, ha chiesto ai giudici la condanna a quattro anni di reclusione, chiedendo il riconoscimento delle attenuanti generiche perché l’uomo, che oggi ha 36 anni, è incensurato, e perché si è trattato di un episodio isolato.

I fatti risalgono al 2020. La giovane, che all’epoca aveva quattordici anni e viveva nella piana pistoiese, si era iscritta furtivamente a tik-tok pur essendo minorenne, una consuetudine per molti giovanissimi, che eludono questa regola con facilità. Di lì a poco era stata agganciata dall’uomo, che aveva 33 anni. L’adolescente aveva qualche piccolo problema di peso e l’argomento aveva fatto da insospettabile esca perché l’uomo, presentandosi come personal trainer, si prodigava in suggerimenti per migliorare la sua forma fisica. Ma messaggio dopo messaggio, aveva cominciato a chiederle foto senza vestiti che la ragazza si scattava in bagno. Lui, a sua volta, le inviava foto di se stesso nudo e video a contenuto pornografico. Un giorno però la mamma, controllando il telefono della figlia, trova l’inequivocabile chat e presenta subito la denuncia alla polizia postale.

L’ipotesi di reato, la diffusione di immagini pornografiche di persone minori, indirizza subito il fascicolo alla Direzione distrettuale antimafia di Firenze che svolge tutte le indagini. Il caso fu poi discusso in sede di udienza preliminare davanti al giudice Giampaolo Boninsegna, della Distrettuale, e l’imputato fu rinviato a giudizio davanti al tribunale di Pistoia dove la mamma della giovane si è costituita parte civile, assistita dall’avvocato Claudia Pigoni del foro di Pistoia. Nel mese di marzo la giovane era stata ascoltata in aula, a porte chiuse. Una testimonianza evidenziata ieri dal pm Boccia durante la requisitoria. Il magistrato si è soffermato sulla capacità della ragazza di raccontare cose non facili, affrontandole con precisione, pur nella propria fragilità.

Il difensore dell’imputato, avvocato Terzo del foro di Napoli, ha chiesto al tribunale la riqualificazione del reato: da pornografia minorile ad adescamento. La decisione è attesa per la fine di settembre.

l.a.