REDAZIONE PISTOIA

Quella strada al femminile che porta fino al lago Nero

L’infrastruttura fu costruita dal 1953 da una squadra esclusivamente "rosa". La celebrazione con una targa apposta dal gruppo trekking Val Sestaione.

Quella strada al femminile che porta fino al lago Nero

Molti i significati racchiusi nella targa che il gruppo trekking Val Sestaione ha apposto all’inizio della strada che porta dall’Orto Botanico dell’Abetone in Valsestaione, alle sorgenti del Lago nero. L’infrastruttura fu costruita dal 1953 con i fondi della legge 991 del 1952, da una squadra tutta al femminile: Imperia Petrucci, Giulietta Ceccarelli, Giulia Sichi, Livia Sichi, Adua Milianti, Pasquina Tonarelli detta " Romana" e Damita Danti. La legge permetteva di porre in atto lavori nelle aree disagiate in modo che non avvenisse lo spopolamento. Un discorso che ancora oggi è di grande attualità, come lo è il ruolo delle donne in questa organizzazione sociale che spesso non rende loro giustizia. A tracciare il profilo dell’iniziativa e delle protagoniste è il sindaco, Marcello Danti che ha partecipato all’evento assieme al presidente del municipio di Abetone, Andrea Formento. "Si è trattato di un momento importante a celebrazione di un fatto dal significato forte – dice il primo cittadino – perché la memoria storica deve essere conservata. Oggi si parla molto delle donne senza pensare che sono sempre state protagoniste e professioniste, anche questa opera lo dimostra. È stato bello incontrare queste signore, oggi novantenni, protagoniste della splendida avventura che è stata la costruzione della strada".

La storia ripercorre gli anni in cui, "dopo il secondo conflitto mondiale, l’economia e le abitudini degli italiani stavano cambiando, incombeva lo spopolamento delle montagne in quanto aree marginali ed economicamente più povere e svantaggiate". Nacque così la legge che istituiva "provvedimenti in favore dei territori montani" per contrastare il fenomeno di tale abbandono. Con questa legge furono messe in campo opere che verranno realizzate attraverso i "Cantieri Fanfani" che presero nome dall’uomo politico aretino che ne ebbe la paternità e che coinvolgeranno centinaia di migliaia di persone di ambo i sessi nelle più diverse tipologie di lavori, ad esempio realizzazione di strade, opere di regimazione idraulica, vivaistica, tagli e rimboschimenti, allevamenti di animali domestici. La Montagna Pistoiese ha visto l’attivazione di vari cantieri, gestiti attraverso il Corpo Forestaleto nell’Arma dei Carabinieri, dei quali si trovano ancora, ben visibili, gli effetti benefici. La paga riconosciuta a chi quella strada l’ha costruita ammontava a £. 500 e un piatto di pasta, al giorno.

Andrea Nannini