Primo maggio nel nome di Luana La madre: "Voglio solo giustizia"

Emma Marrazzo torna a parlare del nodo sicurezza a quasi due anni dalla scomparsa della figlia "Si va a lavorare, ma si deve mettere in conto che non si sa se si rientra a casa... è intollerabile".

Primo maggio nel nome di Luana  La madre: "Voglio solo giustizia"

Primo maggio nel nome di Luana La madre: "Voglio solo giustizia"

Il prossimo mercoledì saranno trascorsi due anni esatti da quel tragico 3 maggio 2021 quando, in un’azienda tessile di Montemurlo, perse la vita Luana D’Orazio, giovane madre, a soli 22 anni. E, visto che alle porte c’è la festa dei lavoratori, dalla famiglia della ragazza vogliono lanciare un segnale chiaro e preciso su ciò che ancora non si è fatto per tutelare le persone sul posto di lavoro, specialmente per occupazioni usuranti e che espongono a pericoli, e su quello che andrebbe fatto. "Vorrei che questo primo maggio fosse dedicato veramente ai lavoratori, perché senza di loro credo non si andrebbe da nessuna parte – afferma Emma Marrazzo, la mamma di Luana, all’Adnkronos – e si deve mettere in conto che non si sa se si torna a casa. E può accadere ovunque, in qualsiasi settore lavorativo". La morte di Luana D’Orazio sconvolse tutto il Paese, con grandi testimonianze d’affetto e di vicinanza alla famiglia che, fin da subito, si è dimostrata attenta e combattiva per cercare di arrivare a scoprire la verità.

"L’ho detto altre volte e lo ribadisco – prosegue Emma Marrazzo nelle dichiarazioni rilasciate all’agenzia di stampa – quanto accaduto a mia figlia non è un infortunio ma un vero e proprio ’omicidio’. Le leggi devono essere applicate nei tribunali, non devono poter essere aggirate. Si deve guardare bene e trovare la verità. Io non cerco vendetta ma solo giustizia, perché per chi prova dolore, come lo proviamo noi, è importante. Le chiamano morti bianche e il risultato è che non paga mai nessuno". Lunedì sarà la giornata di festa per tutti i lavoratori ed il nome di Luana sarà accomunato ad una gara al trotto che si correrà all’ippodromo di Agnano, dopo l’interessamento da parte del senatore Patrizio La Pietra. "Mia figlia è diventata un simbolo, ma non deve essere il simbolo delle morti, deve essere il simbolo dei lavoratori – conclude Emma Marrazzo – sta per arrivare il secondo anniversario e io devo lottare per vivere mentre lei non c’è più, ed è sempre più dura. Il mio invito è che le istituzioni riflettano questo primo maggio, perché le morti sul lavoro sono come le guerre. Non voglio fare di tutta un’erba un fascio, non ce l’ho con tutti gli imprenditori, non certo tutti disattivano sistemi dei macchinari come è accaduto a mia figlia ma serve riflessione e la cultura della sicurezza".

Saverio Melegari