Pistoia ricorda gli eroi invisibili, gli sminatori che bonificarono la Linea Gotica

Una lapide è stata inaugurata dov'era il punto di ritrovo giornaliero prima di partire per il sevizio nei punti critici sulle colline che circondano la città tra Cireglio e Valdibrana

Pistoia ricorda gli eroi invisibili

Pistoia ricorda gli eroi invisibili

Pistoia, 5 maggio 2022 - Pistoia ricorda gli eroi dimenticati, i rastrellatori di mine, che lavorarono incessantemente tra il 1944 e il 1948 alla bonifica dei territori nei quali i tedeschi in ritirata avevano disseminato centinaia di mine nascoste nei campi e nelle case delle colline pistoiesi, tra Cireglio, Piteccio e Valdibrana. Mario Meini e Corsino Corsini morirono insieme il 19 gennaio 1945, durante un'operazione di bonifica dalle mine lasciate dai tedeschi lungo la Linea Gotica, sulle colline pistoiesi.

Erano due civili militarizzati, facevano parte di un gruppo di 45 persone reclutate per questo ruolo. Da oggi vicino alla Torre di Catilina, nel centro di Pistoia, dove all'epoca si ritrovavano ogni mattina i rastrellatori di mine prima di andare a compiere la loro missione, nei principali punti critici, che erano Cireglio, Piteccio, Valdibrana e tutta la zona del crinale appenninico, c'è una lapide che li ricorda, insieme a tutti gli altri «eroi dimenticati che sono morti per la ricostruzione del territorio pistoiese», fra il 1944 e il 1948.

«All'indomani della liberazione di Pistoia – spiega lo storico Daniele Amicarella – si rese necessario organizzare delle squadre di sminatori per fare il lavoro della bonifica dei campi minati. Dopo un corso di addestramento, furono organizzati in squadre e mandati ad operare nei punti critici della Linea Gotica, sulle colline intorno a Pistoia»,

Alla cerimonia di scopertura della lapide, oltre alle autorità, erano presenti anche i loro familiari, visibilmente commossi. «Una storia che è rimasta un po' dietro le quinte per tanto tempo - afferma Alessandra Querci, nipote di Mario Meini - e adesso finalmente ha un riconoscimento». «La mia mamma era incinta di quattro mesi - ricorda Rossella Corsini, nipote di Corsino Corsini - e quando è nato mio fratello gli è messo il nome di mio nonno».