REDAZIONE PISTOIA

Pistoia arranca, reggono solo vivai e Hitachi

Famiglie e imprese di altri settori in gravissima difficoltà: ecco tutti i dati che fotografano la crisi economica e sociale del territorio

La prima ondata si è già abbattuta. Ed è stata catastrofica. Una nuova sta per arrivare e potrebbe essere un vero e proprio tsunami, perfino più tragico di quello che lo ha preceduto. Lo strascico dei morti nei letti d’ospedale non esaurisce le conseguenze nefaste della pandemia Covid. Mentre le città, dai centri alla periferia, stanno lentamente tornando alla normalità grazie al passaggio in zona gialla, tante attività si trovano sull’orlo del baratro. Con i piccoli e medi imprenditori e con le partite Iva guardano con forti timori ai prossimi mesi anche numerosi lavoratori dipendenti. Salvo proroghe che al momento sono giudicate improbabili, dietro l’angolo c’è lo sblocco dei licenziamenti che avverrà in due fasi: il 30 giugno e il 31 ottobre. Non si prevede niente di buono per un tessuto occupazionale già fortemente minato. Già nel 2020 l’Inps ha autorizzato nella nostra provincia la cifra record di 10.139.776 di ore di cassa integrazione, tra ordinaria, deroga e straordinaria.

Adesso i posti di lavoro equivalenti potenzialmente a rischio, secondo una stima della Cgil, sono circa 5mila, che si andrebbero ad aggiungere a tutte quelle centinaia di contratti a termine scaduti e non rinnovati alla loro scadenza. Nuovi poveri che andranno a ingrossare le fila esistenti, già massicce. C’è poi il dato del tasso di disoccupazione all’8% (quello femminile al 9,6%), il più alto della Toscana dove la media è del 6,6%. E se il territorio spera nella tenuta di realtà come il vivaismo e Hitachi che non sembrano essere state intaccate dalla pandemia, deve fare i conti con l’allargamento della platea di chi chiede un aiuto alle istituzioni.

A livello regionale, i centri di ascolto Caritas hanno incontrato 19.310 persone nel corso del 2020: per un terzo (6.563) si tratta di "nuovi poveri" stimando un +18% di nuclei in difficoltà rispetto al 2018 che fanno riferimento a categorie economiche come precari, irregolari, autonomi o piccoli imprenditori. Nel 2020 sono state circa 6200 le persone assistite qui e, di queste, quasi 700 si sono rivolte alla struttura per la prima volta. La maggior parte (il 74%), gravita sul capoluogo e di questi il 60% risulta disoccupato. Soltanto l’Emporio della solidarietà ha distribuito 197mila chili di prodotti alimentari a fronte dei 76mila del 2019, con una media di 29 chili distribuiti a persona al mese (contro i 19 chili dell’anno precedente) e gli accessi mensili sono passati da 1.100 a 1.900. Incremento anche alla mensa don Siro Butelli: incremento del 42% di pasti distribuiti al giorno passando dai 70 del 2019 ai 99 del 2020.

Massiccia anche la richiesta dei buoni spesa al Comune che, come già rilevato dal sindaco Tomasi, sono stati in larga parte distribuiti a persone finora sconosciute ai servizi sociali. Infine un ultimo dato preoccupa: a Pistoia resta più alto della media regionale l’importo medio erogato per il reddito (o pensione) di cittadinanza, con 478 euro a fronte dei 448 toscani.

re.pt.