REDAZIONE PISTOIA

Pd, Furfaro nella squadra L’ascesa dal territorio al fronte nazionale "Al lavoro per cambiare"

L’aglianese è stato scelto da Elly Schlein per la sua nuova segreteria

Pd, Furfaro nella squadra L’ascesa dal territorio al fronte nazionale "Al lavoro per cambiare"

Tra i ventuno componenti della segreteria nazionale del Pd, nominati ieri da Elly Schlein, c’è l’aglianese Marco Furfaro, responsabile delle iniziative politiche del Pd, welfare e contrasto alle diseguaglianze. Una nomina arrivata dopo lunga attesa e le previsioni di un incarico di vice segretario. Schlein ha poi deciso di non nominare un vice segretario, ma distribuire vari incarichi.

Furfaro, come valuta la decisione di Schlein di non avere nominato un vice segretario?

"Come la volontà di costruire una squadra senza gerarchie, in cui tutte e tutti siano protagonisti. Elly è una persona straordinaria, ma le servirà l’aiuto di una comunità intera per ricostruire un’alternativa forte a questa destra accanita sui più deboli".

Qual è il significato del ruolo che le è stato assegnato?

"Supporterò Elly nel definire le iniziative politiche per attuare il programma con cui abbiamo vinto le primarie e dare vita al nuovo Pd. Quindi promuovere mobilitazione e partecipazione. Spesso i partiti, non solo il Pd, sono apparsi distanti perché chiusi e ancorati a vecchi schemi del fare politica. Noi vogliamo un partito aperto e in grado di determinare un’altra idea di società, dello stare insieme, del Patto sociale che ha costruito l’Europa e la pace in cui la mia generazione è cresciuta. Combattere le disuguaglianze e disegnare un altro modo di fare politica sono le nostre basi".

Quali saranno le sue priorità, forte anche della sua esperienza sul territorio pistoiese?

"La mia priorità sarà rappresentare le ansie di milioni di persone attanagliate dalla precarietà, sul lavoro e nella vita: ci batteremo per mettere in pratica ciò che abbiamo promesso. Non se ne può più di politici che dicono una cosa per poi farne un’altra. Ci batteremo per migliorare la quotidianità delle persone, anche dall’opposizione. Abbiamo fatto approvare il reddito alimentare, sto cercando di far approvare una legge che garantisca il medico di base a 60mila italiani finiti in strada perché non più in grado di pagarsi l’affitto. Piccole grandi cose che cambiano la vita delle persone più fragili. Anche se la disuguaglianza più grande da abbattere è quella di un ascensore sociale fermo al piano terra. Noi vogliamo una sinistra che torni a battersi per dare la possibilità anche a chi non ha niente di poter studiare, avere un lavoro dignitoso, di fare una famiglia o semplicemente godersi la vita. Insomma, il diritto alla felicità".

Qual è la sua idea per il futuro del Pd?

"Non lasciare indietro nessuno, ripartire tutti insieme. Questo era il modello toscano e questa deve essere l’ossessione del Pd. Faccio parte di una generazione che ha subito sulla propria pelle le politiche degli ultimi venti anni che hanno relegato milioni di persone in una precarietà sfrenata. Oggi il tema non è solo la buona amministrazione e qualche pacca sulla spalla a chi sta male, ma cambiare un modello di sviluppo che deturpa l’ambiente e lede la dignità delle persone sul lavoro. La sinistra negli ultimi anni si era arresa all’idea che questo modello fosse immutabile. Ma la politica ha un senso se cambia il destino delle persone, altrimenti arriva la destra. Con le primarie e la vittoria di Elly, si è riaccesa una speranza e il nostro compito è proprio quello di averne cura. Fuori da noi ci sono persone che nemmeno votavano più e ora trovano nel Pd un riferimento. Con credibilità e passione, il Pd e la sinistra torneranno grandi. Perché tornerà credibile l’idea che la politica è cambiare la vita della gente, non un comodo stipendio".

Piera Salvi