"Con la pandemia più richieste di badanti. Vicini agli anziani, li facciamo parlare"

Parla Stefania Masoni, titolare di badantesubito.org: "A noi si rivolgono quelle famiglie che hanno difficoltà a gestire un familiare"

Badanti

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Pistoia, 9 gennaio  2021 - Si prendono cura dei nostri anziani e dei disabili con professionalità e passione e non si sono mai fermate, anzi, hanno incrementato ritmi e servizi durante l’emergenza sanitaria. È l’esercito silenzioso delle badanti. Le assistenti a cui le famiglie si affidano per far sì che personale esperto si possa prendere cura di chi ha bisogno. A raccontarci l’esperienza delle badanti su Pistoia è Stefania Masoni, titolare di Badantesubito.org, azienda specializzata nel fornire figure professionali di assistenza alla persona con cinque sedi in Italia, nella nostra regione a Pistoia, Pontedera, Pisa e poi a Castelfidardo in provincia di Ancona e a Milano. Quante sono e chi sono le badanti nel territorio pistoiese? "È difficile dare un numero preciso, dipende dal momento, se c’è forte richiesta o meno per cui assumiamo più o meno personale in base alle esigenze. In genere per questo lavoro il personale ha dai 40 ai 60 anni di età, difficilmente abbiamo giovanissimi perché cerchiamo di selezionare il personale più esperto e preparato. La metà del nostro staff è composto da donne straniere, ma con un’ottima conoscenza della lingua italiana". Disoccupazione, smart working... anche gli equilibri delle famiglie pistoiesi sono cambiati. Figli e nipoti hanno avuto tempo per tornare a prendersi cura dei propri anziani con una conseguente riduzione del lavoro per le badanti? "No, anzi, in concomitanza con l’inizio della pandemia le richieste di aiuto sono aumentate. Prendersi cura degli anziani o di un disabile non è facile, occorrono le competenze e la formazione giusta". Quindi il lockdown ha significato più lavoro e più responsabilità per le badanti. "Sì e devo dire che hanno svolto un ottimo lavoro. Le badanti sono state e continuano a essere bravissime durante la pandemia, sono sempre state sul campo a prendersi cura degli anziani e dei disabili". Appunto c’è la pandemia. Anche le badanti lavorano prestando assistenza e stando a stretto contatto con le persone. Le istituzioni hanno saputo garantire la sicurezza delle lavoratrici? "Penso che in ogni tipo di lavoro in cui si hanno contatti con la persona non ci sia la possibilità di eliminare completamente il rischio contagio, certo è che anche le badanti si sono attenute a tutti i protocolli del caso". I bisogni degli anziani invece come sono cambiati durante la pandemia? "In questo periodo è necessario farli parlare, star loro vicino e sdrammatizzare questa pesante situazione che stiamo vivendo. Come passatempo per gli anziani abbiamo creato un fumetto che si può trovare sul nostro sito, si chiama ’Pucci Badante’, si può stampare e colorare insieme. È importante tenere impegnati gli anziani in attività ludiche per poterli distogliere dal problema Covid". Sono state avanzate richieste differenti durante il lockdown alla vostra azienda da parte delle famiglie? "In realtà non c’è stato alcun tipo di cambiamento. A noi si rivolgono tutte quelle famiglie in difficoltà per la gestione e la cura di un anziano o di un disabile, le situazioni sono sempre state molteplici e vanno dalla normale non autosufficienza all’assistenza di malati affetti da distrofia o da sla, per cui abbiamo personale specializzato. E queste sono situazioni che si possono verificare a prescindere dal Covid per cui le esigenze delle famiglie sono rimaste all’incirca le medesime. Noi, come sempre, ci siamo 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno per offrire assistenza dove ce ne è bisogno".