REDAZIONE PISTOIA

"Ore al telefono per rassicurare i pazienti"

Vita da medico di famiglia ai tempi del Covid. Il monito della dottoressa David: "Non chiamateci eroi, ma il momento è difficile"

di Michela Monti

"Non chiamateci eroi stiamo solo facendo il nostro lavoro con dedizione e professionalità". Il medico di famiglia Paola David che segue attualmente 1.600 pistoiesi, racconta le intense giornate che la sua categoria sta affrontando in queste settimane in cui la curva dei casi da Coronavirus è esponenzialmente cresciuta.

Dottoressa, quando inizia generalmente la sua giornata?

"Le racconto di venerdì per dare l’idea precisa. La prima telefonata è arrivata alle 7.32 del mattino, l’ultima alle 19.27. In totale ho risposto a 136 chiamate di cui 74 al primo tentativo e 53 richiamate da me. Le nove che avanzano sono chiamate fatte da me all’ospedale, all’unità Usca e all’ufficio di igiene e prevenzione".

Che tipo di chiamate erano?

"Del numero che vi ho appena detto 29 sono casi attivi Covid, pazienti che mi chiamano due volte al giorno per informarmi su febbre e saturazione. Altre 12 persone hanno chiamato perché in attesa del referto del tampone e quindi per verificare se dal mio sistema riesco a vedere in anticipo il risultato. Altre sono patologie comuni. Ho redatto inoltre sei certificati per malattie comuni e quattro per Coronavirus. Poi sono io che chiamo l’ospedale per avere notizie dei miei pazienti ricoverati".

E le visite?

"Non sono mai state interrotte. Venerdì ho eseguito due visite domiciliari, due coppie di anziani uscite dall’ospedale e che avevano bisogno di essere ricontrollate. Tra vestirsi come previsto da protocollo e svestirsi considerate che servono, per ogni visita a casa, almeno 50 minuti".

E in ambulatorio?

"Venerdì ho aperto l’ambulatorio dalle 15.30 alle 20. Ho eseguito otto visite su appuntamento, risposto a dieci telefonate al fisso, redatto 70 ricette per i pazienti che si erano interfacciati con le segretarie e registrato gli esami lasciati da altri 12 pazienti".

Siete senza dubbio pieni di lavoro…

"Non mi sento un eroe, faccio il mio lavoro con orgoglio e professionalità ma che nessuno, a partire dalle Tv nazionali, vada a dire che i medici di famiglia non visitano più i pazienti. Non corrisponde alla realtà. In un panorama abbastanza difficile la mia giornata vi dimostra che è praticamente impossibile dedicarsi ad ulteriori attività a meno che non vengano predisposti percorsi dedicati. Considerate che personalmente il martedì e il giovedì mi dedico alle vaccinazioni influenzali e dopo cena seguiamo dal computer corsi di aggiornamento. Questa settimana ad esempio ci vedremo con gli infettivologi di Pistoia per fare il punto della situazione".

Sui vaccini avete incontrato difficoltà?

"Le dosi al momento non sono sufficienti e ci sono stare difficoltà e difformità nell’approvvigionamento di ciascun medico a causa di ordini bloccati. Spero che la Regione risolva prontamente questa problematica che rischia di creare disagi ulteriori a cittadini e medici".

I pazienti vi chiamano anche solo per timore dell’infezione?

"Soprattutto per quella. Tutti sono molto spaventati e noi insieme agli infermieri e all’Usca che sono persone preparatissime e molto professionali, siamo l’unica sponda territoriale. Ricordiamo che molti sono paucisintomatici ed a casa hanno molta paura".