
Un’opera dell’artista Emilio Isgrò, donata da una famiglia, sarà collocata nella nuova piazza in memoria dei caduti delle forze dell’ordine e dei servitori dello Stato. Lo ha comunicato il sindaco Ferdinando Betti al consiglio comunale rispondendo a un’interpellanza presentata dal gruppo di centrodestra e illustrata dal consigliere Alberto Fedi. La donazione viene dalla famiglia Nesti, in particolare da Stefano Nesti, figlio del defunto maestro Enzo Nesti, e dalla madre Ilia. La donazione permetterà di arricchire la piazza con un’opera che sarà realizzata da Emilio Isgrò, uno dei massimi artisti a livello nazionale e internazionale, celebre per le "cancellature" e per un percorso di creazione e di pensiero tra i più profondi e originali del panorama culturale italiano. Nei giorni scorsi si è svolto in piazza un incontro tra Isgrò, l’ex direttore artistico del museo Pecci, Marco Bazzini, il sindaco Betti, Stefano Nesti e l’architetto Marco Casamonti dello studio Archea che cura l’ambito artistico per conto della famiglia Nesti.
Nei prossimi mesi l’artista farà al Comune le sue proposte per l’opera da realizzare che verranno sottoposte anche alla specifica commissione consiliare. L’amministrazione comunale ha dato all’artista alcune indicazioni di fondo tra le quali spicca l’inclusione nell’opera di una frase pronunciata dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa: "Certe cose non si fanno per coraggio, si fanno solo per guardare più serenamente negli occhi i propri figli e i figli dei nostri figli". La donazione della famiglia Nesti andrà oltre l’opera in piazza, perché prevede una borsa di studio annuale per gli alunni della terza media di Montale per un soggiorno all’estero allo scopo di imparare una lingua straniera. La borsa di studio sarà assegnata da un’apposita commissione tramite un concorso che premierà la frase migliore sul tema proposto. Si pensa anche alla possibilità che le frasi prescelte possano essere visualizzate con lo smartphone.
"Vedremo le proposte dell’artista – dice il sindaco Betti – penso che un’opera di Isgrò possa dare lustro al nostro centro".
Giacomo Bini