
"Nel suo circolino fino all’ultimo" Tutta la comunità piange Carlo Vichi
Grande cordoglio nella comunità aglianese per la scomparsa di Carlo Vichi, ex dipendente del comune di Agliana e tra i fondatori della Casa del popolo di San Niccolò, conosciuta come Il Circolino. Per alcuni anni era stato collaboratore del Gruppo Vichi, l’azienda del fratello Donato. Carlo Vichi aveva 79 anni e si è spento la sera del 6 luglio all’ospedale San Jacopo dove era ricoverato. La vita di Carlo è stata piena di altruismo, nonostante avesse problemi di salute si è sempre impegnato in attività sociali e culturali, in particolare al Circolino dove tutti ora lo piangono. "Carlo – ricordano dal Circolino –, fin dagli anni ‘60 e ’70, con il proprio impegno e insieme a tanti altri giovani dell’epoca, ha contribuito a rendere il Circolino un importante punto di riferimento soprattutto a livello artistico e culturale. "Sempre molto attivo ha lavorato per il circolo e per la comunità aglianese fino a pochi mesi prima di aggravarsi. L’ultima sua fatica, che ha perseguito con la solita determinazione, è stata realizzare insieme al consiglio, il volume celebrativo che rievocava i 60 anni della Casa del popolo di San Niccolò, per ricordarci proprio il valore di appartenenza a una comunità. E’ stato presidente del Circolo per diversi anni e ultimamente rivestiva la carica di presidente dell’Associazione civile, lasciata pochi mesi fa con una accorata lettera, per motivi di salute. Carlo, ci mancherai". Anche il sindaco Luca Benesperi, porge l’ultimo saluto a Vichi, ricordandolo come ex dipendente comunale e da sempre impegnato nel sociale: "Ci siamo visti alcuni mesi fa, mi portò dei libri sulla storia del circolo". Tanti gli attestati d’affetto alla camera ardente allestita alle cappelle del San Jacopo. Il funerale oggi alle 14.50, nella chiesa di San Niccolò. Carlo Vichi lascia un grande vuoto nei suoi cari: la moglie Meri, i figli Andrea e Silvia, i fratelli Donato e Giuseppe, i nipoti Virginia, Aurora e Tancredi e tutti gli altri parenti.
Questo il pensiero per Carlo da parte della sua famiglia: "Ho camminato per anni nella nebbia fitta della vita sperando che un giorno avrei avuto degli spiragli di sole. Ho ripensato alle tappe più importanti della mia esistenza, menomata dai continui richiami alla prudenza e all’attenzione. Adesso la nebbia si è diradata facendomi intravedere il mondo sotto una nuova luce. Credo di essere un fortunato, almeno nella parte finale della mia esistenza, questo dono lo testimonia, facendomi accrescere la fiducia e l’altruismo".
Piera Salvi