Muore dopo sette ore d’attesa al pronto soccorso

L’agonia di un’artista americana all'ospedale di Pistoia. Nel mirino delle responsabilità anche Enrico Rossi, destinatario di un'interrogazione di Forza Italia

Joann Zinkand

Joann Zinkand

Pistoia, 28 lugli 2019 - «SONO TANTO stanca e ho un dolore terribile allo stomaco». Un sms per avvertire un’amica del malessere, prima di morire tragicamente al pronto soccorso. E’ quanto accaduto nella notte tra venerdì e sabato a Joann Zinkand, artista americana di 74 anni da decenni cittadina pistoiese, alcune ore dopo l’accettazione al San Jacopo. Secondo una prima ricostruzione la donna, che pare soffrisse già di problemi cardiaci, intorno alle 22 di venerdì sera si era recata al pronto soccorso dell’ospedale pistoiese per grandi dolori allo stomaco e malessere.

Dopo aver trascorso 7 ore in attesa di visita è andata in coma e a nulla sono valsi i tentativi di rianimazione da parte del personale medico. Sul corpo è stata disposta l’autopsia.

A vivere ore di angoscia con l’anziana signora, che dopo la morte del marito era rimasta sola, è giunta un’amica e collega a cui ha mandato l’ultimo sms prima di ricoverarsi: «Sono stanca e ho un dolore terribile alla bocca dello stomaco e sudori freddi. Sono tutta rotta, mi viene voglia di vomitare».

«Joann è stata portata al San Jacopo intorno alle 22 – racconta piangendo l’amica – a mezzanotte quando sono arrivata io non riusciva già più a parlare».

La paziente intanto era stata trattata con una flebo e tachipirina per abbassare la febbre. «Quando sono arrivata io la situazione mi è sembrata subito critica – prosegue – Joann era su una barella, sdraiata in modo scomposto e non lucida. Lamentava dolore ma non riusciva a parlare. Era madida di sudore, tutte le lenzuola erano bagnate e le si leggeva in faccia che la situazione era gravissima. Ho fatto presente agli addetti che la flebo era finita e che la mia amica stava sicuramente peggio di come l’avevo sentita io due ore prima, ma prima delle 5 del mattino non è stata visitata».

«Quando l’hanno portata in stanza per la visita – prosegue l’anziana amica, ancora sotto choc – a un certo punto ho visto una grande agitazione del personale medico. Avevano intubato Joann e mi è stato detto che aveva in corso una pancreatite e un ictus. Poco dopo il dottore mi ha detto che Joann non ce l’aveva fatta». Sul posto sono intervenuti i carabinieri per portare la donna a casa di Joanne a prendere i suoi effetti personali e i vestiti per cambiarla.

"La risposta della Asl sul caso della paziente deceduta in pronto soccorso all'ospedale San Jacopo di Pistoia dopo ore di attesa per essere visitata non è accettabile: morire dopo avere aspettato 7 ore non è definibile decesso 'improvviso'. Sono indignato e lunedì presenterò un'interrogazione per chiedere alla Regione di avviare un'inchiesta intera e attivare un audit clinico. Non si può liquidare una simile vicenda con una delle solite minimizzazioni sullo stato dei pronto soccorso toscani".

La reazione arriva dal capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale della Toscana, Maurizio Marchetti, dopo aver letto su "La Nazione" del dramma avvenuto nel pronto soccorso dell'ospedale San Jacopo di Pistoia nella notte tra venerdì e sabato.

"Leggo che la paziente, 74 anni, si è recata in pronto soccorso alle ore 22.13 per morire nel corso della visita alle 5 del mattino dopo aver lamentato una condizione di malessere acuto anche con chi la attendeva preoccupato fuori dal reparto - afferma Marchetti in una nota - Leggo anche che le sono state somministrate terapie che probabilmente hanno anche concorso ad abbattere sintomi che avrebbero potuto far da sentinella, ma non sono un medico e non lo so. Fatto sta che la signora è morta dopo 7 ore di agonia e la Asl parla di 'morte improvvisa', il che è inaccettabile. Per questo domani mi preoccuperò immediatamente di presentare un'interrogazione affinché si attivi un'inchiesta interna".

"Nei nostri pronto soccorso manca personale, mandare in trincea giovani neolaureati potrà essere formativo per loro ma certo non risolve il problema, e intanto i sanitari attivi sono gravati da carichi di lavoro pericolosi per loro e per i pazienti - continua Marchetti - Aver minimizzato per anni una situazione che oggi è al punto critico è stata ed è una grave responsabilità politica che la giunta regionale non può non assumersi dato che proprio Enrico Rossi, oggi sull'orlo del decennio da governatore, è stato prima per dieci anni assessore alla salute".