
Il tenente Stefano Cianni riceve una delle tante onorificenze (AcerboniFotoCastellani)
Pistoia, 13 ottobre 2023 – Non aveva mai perso quel suo accento un po’ romagnolo, che risentiva della vicinanza della sua terra marchigiana alla riviera. Il suo paese era Fratte Rosa, che si trova tra Pesaro e Urbino. Ed è lì che Stefano riposerà. La città è incredula e l’Arma è in lutto. Il cuore del tenente dei carabinieri Stefano Cianni si è fermato nella notte tra mercoledì 11 e giovedì 12 ottobre sul divano, mentre guardava la televisione. Stefano era nato il 20 gennaio del 1964. Aveva 59 anni. Lascia la moglie Ornella Santinelli, maestra amatissima delle scuole Civinini e la figlia Alice. Stefano le adorava, viveva per loro. Aveva due famiglie: Ornella e Alice e l’Arma dei Carabinieri.
In caserma aveva un soprannome: "Il Professore", per quei suoi occhialetti leggeri che gli conferivano un’aria da intellettuale, per quel suo fisico magrissimo da sempre, nonostante amasse molto la buona cucina, ma soprattutto per quel suo desiderio di approfondire e studiare a fondo tutti gli argomenti che aveva fatto di lui uno dei migliori investigatori che Pistoia abbia mai avuto. Tanto gentile, calmo e riflessivo, pronto a sfoderare uno dei suoi luminosi sorrisi, quanto implacabile con i delinquenti.
Il Luogotenente Carica Speciale Stefano Cianni era andato in pensione il primo giugno del 2021. Il suo ultimo incarico era stato il comando del Nucleo Investigativo, un incarico prestigioso dopo tante, importanti indagini, la chiusura di una lunga carriera costellata di riconoscimenti. Tutto era iniziato in Sardegna, a Iglesias, dove aveva frequentato il corso allievi carabinieri effettivi. Fu poi trasferito alla Stazione di Rimini Miramare e dopo aver frequentato, dal 1985 al 1987, il corso sottufficiali, fu assegnato alla Stazione di Pistoia e poi al Nucleo Operativo dove prese parte, con i colleghi di allora, a una grande stagione investigativa specialmente sui grandi fatti di cronaca che segnarono quel periodo. Quando divenne maresciallo fu comandante della Stazione di Montale. Nel 1996 divenne il responsabile della sezione di polizia giudiziaria presso la Procura. Dal 2002 al 2007 comandò il Radiomobile e poi fu la volta del Nucleo Investigativo del Comando provinciale.
Quando andò in pensione ricordammo alcune delle sue indagini: il sequestro di quasi 200 chili di hashish su un tir proveniente dalla Spagna, l’indagine "Nero" con 18 misure cautelari per un vasto traffico di stupefacenti. L’operazione "Kloning": nove misure cautelari per un’associazione per delinquere composta da bulgari che aveva diramazioni in tutta Italia e all’estero: inserivano particolari apparecchi dentro i bancomat e poi clonavano le carte. Nel 2019, per il suo impegno, gli era stata conferita l’onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica. Una vita straordinaria la sua, come uomo, come militare, come marito e padre. Si stava godendo la pensione. Compagno delle sue passeggiate mattutine da Porta al Borgo, dove abitava, al centro storico, il piccolo Momo, il suo inseparabile cavalier king. "Il Professore" ha donato le cornee, ultimo straordinario, gesto d’amore.
lucia agati