REDAZIONE PISTOIA

Morì dopo tre dimissioni Il radiologo ha patteggiato

Cristiana Capecchi, colpita da una polmonite, chiese aiuto per tre volte al pronto soccorso del S.Jacopo. Il decesso durante la quarta corsa in ospedale

Con il patteggiamento di ieri mattina davanti al giudice Luca Gaspari si è chiusa una delle vicende giudiziarie più dolorose degli ultimi tempi, quella della morte di Cristiana Capecchi, sopraggiunta all’improvviso dopo quattro corse in ospedale per una brutta polmonite che l’aveva colpita. Per tre volte in dodici giorni, dal 12 al 18 del mese di febbraio 2019, era stata dimessa dopo gli accertamenti al pronto soccorso del San Jacopo. Alla quarta richiesta d’aiuto, la sera del 24, Cristiana morì subito dopo la disperata corsa dell’ambulanza verso l’ospedale dal paese collinare in cui abitava con la sua famiglia, ormai in preda a una crisi respiratoria contro cui niente poterono le manovre di rianimazione. La ragazza, che aveva appena 28 anni, si apprese poi dopo l’autopsia disposta dalla Procura, era stata stroncata da una tromboembolia che non era stata rilevata dalla angiotac e dalla radiografia toracica cui la giovane era stata sottoposta. Il radiologo che l’aveva refertata diagnosticò la polmonite, ma non i trombi che si stavano sviluppando e che secondo il perito della Procura, Teseo Stefanini, primario radiologo a La Spezia (che aveva affiancato il medico legale Susanna Gamba, che aveva eseguito l’autopsia), erano invece visibili. Un errore nell’interpretazione delle lastre che lo ha portato sotto accusa per omicidio colposo. La posizione di altri tre colleghi del pronto soccorso che avevano visitato e dimesso Cristiana, era stata archiviata.

Dinanzi alla richiesta di rinvio a giudizio formulata, al termine delle indagini, dal sostituto procuratore Giuseppe Grieco, il dottor Giampiero Giannetti, difeso dall’avvocato Elena Mucci del foro di Pistoia, ha scelto il rito alternativo dell’applicazione pena che è stata di un anno e 10 mesi, pena sospesa, con la condizionale. Il giudice Gaspari ha liquidato le spese di costituzione di parte civile dello zio di Cristiana e di due cugine che agiranno poi in sede civile e che sono assistiti dall’avvocato Stefano Belli del foro di Prato. I genitori e la sorella erano già stati risarciti dall’Asl Toscana Centro.

"Tutta questa vicenda – ha commentato per noi l’avvocato Elena Mucci – è stata anche per il mio assistito dolorosa e pesante. La scelta del rito alternativo è stata a lungo meditata e sofferta, non perchè non intendesse assumersi le proprie responsabilità che anzi, fin dall’inizio, ha affrontato in silenzio e con grande coraggio, ma perchè lo ha visto ritrovarsi solo e unico responsabile del tragico evento, epilogo drammatico di una storia che per molti giorni e svariati accessi al pronto soccorso ha visto il coinvolgimento anche di altre figure professionali".

lucia agati