
Riflettori puntati sulle condizioni del monumento ai Caduti, avvicinandoci a una data importante per la nostra storia, con l’Anpi che ha chiesto formalmente di fare chiarezza. "Come sezioni e circoli pistoiesi dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia – scrivono nella nota diffusa ieri – denunciamo un fatto molto grave, avvenuto pochi giorni fa, che i cittadini avranno modo di constatare personalmente in piazza della Resistenza venerdì prossimo (dopodomani, ndr), quando si svolgerà la cerimonia istituzionale per commemorare la Liberazione di Pistoia. Attorno al monumento eretto nel 1957 per celebrare coloro che sacrificarono la loro vita per liberare il nostro territorio dall’oppressione nazifascista, è stata letteralmente estirpata la siepe di alloro che era parte essenziale del monumento, con tutto il suo significato simbolico ed evocativo. Esprimiamo la nostra indignazione per questo oltraggio alla memoria della Resistenza pistoiese, avvenuto proprio in occasione dell’anniversario e chiediamo che al più presto venga ripristinata la composizione integrale del monumento. Si è trattato di una scelta amministrativa? Ma con forte significato politico che ci induce ad appellarci ai cittadini perché rafforzino insieme a noi la vigilanza e l’impegno per la salvaguardia della cultura della Memoria e dell’Antifascismo".
Quindi l’appello a far luce al più presto sulle ragioni di questo "inspiegabile intervento" che costituisce "non solo un’offesa al nostro Comune, medaglia d’argento per il contributo dato dai Pistoiesi alla Resistenza, ma anche uno sfregio ai valori su cui si fondano la Repubblica, la Costituzione, la nostra democrazia". Così si legge in una richiesta a firma di Pietro Gherardini, Alberta Fantini, Aldo Calugi, Silvano Fedi, Berti-Franceschini e Valoris Poli. Ricordiamo, tra l’altro, che durante lo scorso mese di agosto l’episodio di Campotizzoro, con la vendita di gadget del Ventennio al mercatino e la successiva scoperta del nostro giornale di una scritta inneggiante a Benito Mussolini, con relativa svastica, su un cassonetto dell’indifferenziata in via di Bigiano e Castel Bovani a Pistoia.
Gianluca Barni