
di Giacomo Bini
È in corso di demolizione la torre della ex Mas del Bottegone. È un segno di rinascita e di sviluppo grazie all’azienda Microtex Composites del gruppo Becagli che ha trasformato il complesso industriale dimesso e degradato della ex Mas in una realtà produttiva all’avanguardia che sta conquistando i mercati mondiali col suo tessuto in fibra di carbonio e si espanderà ulteriormente offrendo anche ulteriori prospettive occupazionali al territorio. La vecchia torre, con la grande scritta Mas, che è da anni la prima cosa che si vede arrivando al Bottegone, è ridotta a brandelli da grosse ganasce di ferro che strappano un pezzo alla volta di un edificio ormai inutilizzato da anni ma ancora simbolo di un’epoca di timori per la popolazione locale specialmente dopo lo scoppio nel 1994 del reattore della Mas, che produceva laminati per l’elettronica, quando una nube tossica invase l’abitato circostante. Tra pochi giorni della Mas sparirà anche la scritta e rimarrà solo un ricordo, mentre il presente e il futuro sono tutti della Microtex Composites. Da qualche anno la Microtex ha ristrutturato una larga porzione della ex Mas, circa 8mila metri di superficie, dove è già presente tutto il ciclo della produzione del tessuto in carbonio oltre agli uffici e alla sede dell’azienda. A marzo scorso la Microtex ha acquisito anche la porzione restante del complesso che ora sta provvedendo a demolire. Nello spazio della vecchia torre sorgeranno 8mila metri di capannoni, specialmente per magazzino, mentre in altri 2.400 metri, adiacenti alla parte già ristrutturata, è previsto un ampliamento della produzione.
È la seconda fase, quella definitiva, della trasformazione di un sito industriale che per anni è stato come un relitto cadente e che ora invece è un luogo di ricerca, di innovazione e di gande crescita. "L’anno scorso malgrado il Covid – spiega Massimo Becagli, ceo della Microtex Composites – abbiamo avuto una crescita del 50 per cento del lavoro, il grosso dei nostri prodotti è destinato all’automotive, in particolare agli interni dei veicoli, e tra i nostri clienti ci sono i più grossi marchi europei e mondiali, ma una parte della produzione va anche alla nautica e alla produzione di strutture perché il prodotto è estremamente versatile. L’abbattimento della torre della ex Max vuole essere un segno di crescita e un’opportunità per il territorio perché noi ora abbiamo circa novanta dipendenti, ma aumenteremo questo numero e la nostra realtà offre e offrirà un’opportunità per molti giovani, laureati, ingegneri e chimici. La ragione principale della nostra crescita, ciò che ci distingue, è soprattutto la bravura delle persone che da noi lavorano, è sulla loro qualità che contiamo, vogliamo mantenere le capacità del lavoro artigianale in una produzione innovativa e aperta al mercato mondiale".
Dunque per il gruppo Becagli l’intuizione di insediarsi al Bottegone si è rivelata propizia. "Intendiamo spostare qui tutto – dice Becagli – anche quella parte che è restata al momento a Prato, mi pare che abbiamo portato a Pistoia un po’ di lavoro ma soprattutto una produzione che ha davanti a sé per i prossimi anni margini di crescita a due cifre, perché il carbonio ha tante applicazioni e continuamente ne nascono di nuove". Ad illustrarci i punti di forza del prodotto composito in fibra di carbonio è Federico Becagli, figlio di Massimo, 29 anni, diplomato al Buzzi, poi una triennale in Fisica e il completamento degli studi universitari in Inghilterra proprio sui materiali compositi in fibra di carbonio. "La forza del carbonio è la leggerezza – spiega Federico – a parità di massa e questo consente un risparmio energetico perché le strutture fatte di carbonio, essendo più leggere, richiedono minor quantitativo di carburante e di energia". Nel reparto tessitura della Microtex Composites si vedono, disposti in perfetto ordine, centinaia di rocche di filo di carbonio. I macchinari prendono questi fili e li uniscono, con un telaio meccanico, fino a creare delle pezze di tessuto molto simili alla vista alla tradizionali pezze dell’industria tessile pratese. Solo che quel particolare tessuto, se unito alla resina e modellato con degli stampi, può trasformarsi in strutture solide e componenti per veicoli, nautica, aerei, treni e bus. Una produzione a basso impatto ambientale e che anzi dà un contributo alla sostenibilità.