
C’era una volta il medico di famiglia, quello con la valigetta marrone, che veniva in casa, ti visitava e soprattutto conosceva ogni dettaglio della tua storia clinica (e non solo). Oggi le difficoltà della vita dei medici di base sono raddoppiate se non triplicate: la burocrazia, soprattutto, le ore passate al computer e al telefono, dietro mille certificazioni. Se a questo si aggiungono i sacrifici che coprire alcune zone di trincea comporta, per esempio la montagna pistoiese, ma anche zone periferiche più vicine come Bottegone e Quarrata, allora si capisce perché alcuni paesi o quartieri rischino a breve di restare senza una adeguata assistenza. A dirlo intanto sono i numeri: la delibera firmata dal direttore dell’Asl Toscana Centro, Paolo Morello Marchese, ha individuato anche per quest’anno le zone carenti, attraverso un calcolo ben preciso: quello che assegna un medico ogni 1.200 abitanti.
E così, sono ben 27 i medici di medicina generale mancanti nella nostra provincia, a fronte di 31 di guardia medica (la continuità assistenziale, come è ora denominata), così distribuiti: 17 nella zona distretto Pistoiese e 14 nel distretto della Valdinievole. Calcoli matematici dunque, che tengono poco conto però della dislocazione della popolazione. L’esempio più chiaro è il confronto tra le "zone carenti" individuate su Pistoia città e quelle assegnate alla montagna. In base alla delibera Asl, su Pistoia sono stati assegnati 11 posti vacanti, che ricomprendono tra l’altro le frazioni di Pracchia, Orsigna, Le Piastre e Cireglio, borghi nei quali è peraltro richiesto il vincolo di apertura di un ambulatorio. Solo uno il posto bandito per il territorio di Abetone-Cutigliano, San Marcello-Piteglio e Marliana. Tra le zone carenti anche quella di Quarrata, con 4 posti da coprire. e poi Agliana con uno. Nella zona della Valdinievole, sono 3 i posti che dovrebbero essere coperti per raggiungere un livello adeguato di assistenza nell’area che ricomprende Montecatini, Massa e Cozzile, Pieve a Nievole e Ponte Buggianese, e 4 nell’area di Chiesina Uzzanese, Pescia, Buggiano e Uzzano. Il rischio è che le zone davvero bisognose di medici restino vacanti, perché i medici neo diplomati in medicina generale scelgono gli ambulatori di c ittà.
Una situazione confermata dalla coordinatrice della Aft della Montagna (aggregazione funzionale territoriale), la dottoressa Patrizia Michelozzi: "Per noi medici della montagna è impossibile organizzare la medicina di gruppo, perché ci muoviamo su sedi dislocate anche diversi chilometri. Inoltre, abbiamo assegnati anche i pazienti che risiedono nelle Rsa: Villa Chiara, Villa Serena, Villa Guidotti, San Gregorio e la Turati, che da sola conta 150 pazienti. Ora abbiamo il dottor Tommaso Anichini che è subentrato al dottor Calvani e dal 1 aprile la dottoressa Alice Iori, su San Marcello, a cui però sono assegnati appena 800 pazienti".
Altra zona carente nella realtà anche se non sulla carta è quella di Bottegone, dove sono in servizio il dottor Lucio Tripi e la dottoressa Ledi Bellini: entrambi andranno in pensione nel giro di due anni. "Qui copriamo un’area vasta da Ponte alla Pergola fino al Barba e non abbiamo un ambulatorio unico dove fare medicina di gruppo – spiega il dottor Tripi – Da qualche tempo abbiamo due medici che vengono a supportarci in modalità part-time. Ma tra due anni questa zona sarà davvero scoperta".
Martina Vacca