REDAZIONE PISTOIA

Malata di tumore, tolto l’accompagnamento: "Senza assistenza, devo smettere di curarmi"

Il racconto di Emanuela: "Ho bisogno di terapie e controlli continui a Careggi". La mamma: " Questi tagli penalizzano i più deboli"

La mamma di Emanuela, Maria Teresa di Giacomo

Pistoia, 29 dicembre 2022 - ​Che cosa significa per una persona, che da anni lotta contro una malattia grave, vedersi togliere la possibilità di essere assistita nel momento di maggiore fragilità, quando vede sottoporsi alle cure, pesanti, che il suo percorso di terapia le impone? "E’ come sentirsi spacciati. E la paura è che si perda anche la determinazione a curarsi". E’ lo sfogo di Maria Teresa Di Giacomo, 70 anni, mamma di Emanuela Fiorindi, 50 anni, che vive ad Agliana. "Da cinque anni mia figlia combatte con un carcinoma. Due volte operata, deve sottoporsi a visite di controllo continue. Poi ci sono gli esami: tac e analisi del sangue. E infine le terapie, cicli pesanti, che la lasciano priva di forze". Impossibile per Emanuela muoversi da casa senza un accompagnamento, che finora le è stato garantito dal servizio coperto dalla sanità pubblica ed erogato attraverso il lavoro delle associazioni di volontariato, e nel caso di Emanuela dalla Misericordia di Pistoia. Purtroppo, da novembre il reparto di oncologia dell’ospedale fiorentino di Careggi non ha più fornito alla paziente la richiesta medica con cui accedere all’accompagnamento, e questo in base alla nuova normativa regionale.

Per questo, la mamma di Emanuela, ha deciso di metterci la faccia e di raccontare in prima persona le conseguenze che questo "taglio" ha prodotto nella loro famiglia. "Sono venuta io di persona, perché mia figlia non può muoversi di casa – spiega – ha infezioni alle gambe e dolori diffusi. Io ho 70 anni, non posso da sola accompagnarla a Firenze per le terapie. E soprattutto non ho le forze fisiche per assisterla nel caso si senta male dopo le terapie".

Contattata telefonicamente, Emanuela ci racconta in prima persona il suo calvario. "Per me, perdere questo servizio, significa minare la volontà stessa di curarmi – ci spiega–. Chi si trova in una condizione di fragilità come la mia, è portato a rinunciare alle cure, se non ha un sostegno. Le cure a cui mi sottopongo rischiano sempre di farmi svenire. Inoltre, ho una importante infezione alle gambe, che provoca dolori continui e mi rende impossibile sia mettermi alla guida che camminare senza un aiuto". Il 23 gennaio, è stata fissata a Careggi una nuova tac di controllo, e il direttore della Misericordia, Riccardo Fantacci, ha assicurato alla famiglia di Emanuela che questo trasporto sarà garantito, con le risorse della associazione. Ma come Emanuela sono tantissimi i malati che resteranno senza accompagnamento. Per loro si prospettano mesi difficili.

M.V.