Luoghi di memorie del ’900. Nel giardino Pietro Gherardini. Si svelano targa e pannello

Appuntamento oggi alle 10 con Renzo Corsini, Alessandro Tomasi e Emilio Bartolini

Luoghi di memorie del ’900. Nel giardino Pietro Gherardini. Si svelano targa e pannello

Luoghi di memorie del ’900. Nel giardino Pietro Gherardini. Si svelano targa e pannello

PISTOIA

Una data importante: per non dimenticare. Oggi, mercoledì 17 aprile, il Giardino Pietro Gherardini di Candeglia, alle porte di Candeglia, vivrà un momento rilevante: con inizio alle 10, si terrà la cerimonia di svelatura della nuova targa toponomastica e di un pannello realizzato nell’ambito del progetto "Passi di Storia. Luoghi di memorie del ’900".

Ne dà notizia, in modo partecipe, Rosalba Bonacchi, presidente provinciale di Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) Pistoia. Prenderanno parte alla cerimonia, personalità e soprattutto, tanti semplici cittadini.

Sono attesi un intervento commemorativo di Renzo Corsini (nella foto con il presidente del consiglio regionale, Antonio Mazzeo), presidente della sezione Anpi Pietro Gherardini di Pistoia, così come le parole del sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi e di Emilio Bartolini dell’Istituto storico della Resistenza di Pistoia. Presenti, gli alunni di due classi della scuola primaria Gianni Rodari di Candeglia. Il Giardino fu intitolato a Pietro Gherardini il 5 aprile 2008. Gherardini, nato nel 1905 a San Quirico da una numerosa famiglia di mezzadri trasferita in un podere di Sant’Alessio, fu chiamato "Piero del Tordo" e lavorò come manovale del Comune.

Rimase sempre residente a Candeglia, dove si impegnò nel volontariato sociale, dedicandosi in particolare alla realizzazione della Casa del Popolo, di cui divenne presidente. Antifascista fin dall’avvento del regime, fu accusato di tradimento e ingiuria al capo del Governo e condannato a 8 mesi di carcere per avere nel 1929 votato no alle elezioni plebiscitarie indette da Mussolini per legittimare il proprio potere assoluto.

Dopo l’8 settembre del ’43, fu tra i principali organizzatori della Resistenza a Pistoia, poi divenne partigiano combattente nelle formazioni Gino Bozzi, nel Pistoiese, e al comando della Magni Magnino nel Volterrano, distinguendosi in imprese spericolate e leggendarie nelle quali fu più volte ferito.

Gianluca Barni