
Luana D'Orazio
Pistoia, 8 settembre 2021 - La paura di soffrire, ancora e ancora di più, scoprendo attraverso quelle carte depositate in Procura gli ultimi attimi di vita di Luana è immensa. Un sentimento oscuro che lascia spazio soltanto a un desiderio: quello di sapere la verità. Il cuore di due famiglie, D’Orazio e Orlandi, sta battendo all’impazzata in queste ore. Il pensiero che finalmente una perizia possa contribuire a fare chiarezza su quanto accaduto alla ventiduenne – risucchiata dall’orditoio al quale stava lavorando in una mattina come tante di quattro mesi fa – batte ogni minuto, segna lo scorrere del tempo che all’improvviso sembra essere rallentato. "Siamo tutti in ansia – racconta il fidanzato dell’operaia tragicamente scomparsa, Alberto Orlandi – Ho, anzi abbiamo, paura di leggere su quei fogli qualcosa di tremendamente doloroso per lei e per noi. La consegna della perizia è un momento cruciale. Ma allo stesso tempo non vedo l’ora di capire, di sapere che cosa è successo e perché. Vogliamo andare fino in fondo, sapere la verità". Una verità che di certo non cambierà il corso di questa triste storia, ma che farà la differenza sul fronte delle indagini e quindi delle responsabilità. Le prime indiscrezioni, da confermare, sono state riportate dalla stampa ieri.
Mamma Emma l’ha già giurato e ripetuto più volte: "Non mi fermerò mai. Pretendo che giustizia sia fatta: Luana se lo merita, era una ragazza onesta. Devo sapere perché mia figlia è morta. Purtroppo nessuno dei suoi ex colleghi si è fatto più sentire. Eppure sarebbe stato importante". In merito alla perizia l’approccio resta prudente anche se dentro c’è una bomba pronta a esplodere: "bisogna aspettare di avere tutte le carte in mano", leggerle con attenzione prima di parlare. Sono momenti duri, durissimi per tutti. Momenti che si intrecciano con un’esistenza che, volente o nolente, deve andare avanti sebbene in una quotidianità faticosa da riannodare. "Come stiamo? – commenta la signora Marrazzo con la tenacia gentile e schietta che la contraddistingue e che abbiamo imparato a conoscere sin dal primo giorno –. Insomma... Si avvicina il primo giorno di scuola per il mio adorato nipotino. La nostra Luana contava le settimane sognava di poterlo accompagnare alla prima campanella. Era tanto orgogliosa del suo bambino. Pensando all’inizio delle elementari rideva. Si chiedeva che cosa avrebbe fatto, come si sarebbe trovato con i compagnucci. Vedeva che è un bimbo talmente sveglio e intelligente". Invece, purtroppo, Luana non potrà tenere la manina del suo bambino. Magari però troverà il modo di ’esserci’. Un destino crudele ha deciso per lei.
E proprio su quel destino adesso si concentrano (anche) le energie del fidanzato Alberto che, dopo aver vissuto "l’estate più terribile" della sua esistenza ("Dovevo andare in vacanza con lei in Calabria e invece...", dice), sta riprendendo in mano il progetto di costituire un’associazione in memoria di Luana che si impegni in iniziative ed eventi per promuovere la sicurezza sui luoghi di lavoro. "Stiamo studiando la maniera per farlo bene – racconta il 28enne –. Porterà il nome della campagna che abbiamo lanciato sui social per il compleanno di Lu e cioè #tusorridisorridisempre. Vogliamo creare qualcosa di importante che migliori la vita delle persone, anzi che salvi la vita delle persone. Tragedie come quella capitata a noi non devono ripetersi in nessuna fabbrica italiana, di nessun settore". La manifestazione andata in scena nei giorni scorsi a Siena con ospite proprio Emma Marrazzo è un esempio da replicare. Per il bene del Paese. Elisa Capobianco