REDAZIONE PISTOIA

Licenziata dalla ditta, denuncia il socio commercialista: condannata

Pretendeva il pignoramento di beni, invece dovrà risarcire il professionista chiamato in causa per reati insussistenti

Aveva denunciato per inosservanza dolosa dei provvedimenti del giudice e per appropriazione indebita il socio della Società Eu.Con.Ser. S.r.l. nonché commercialista della medesima, Francesco Raffaele, presso il cui studio di Agliana aveva la sede legale, perché essendo risultata vittoriosa in una causa civile di lavoro nei confronti della società per licenziamento illegittimo, richiedeva il pagamento delle somme che le erano dovute a titolo di differenze retributive e Tfr per oltre seimila euro. Aveva quindi richiesto il pignoramento avverso la Società presso la sede legale, ovvero presso lo studio del commercialista, Francesco Raffaele, che era anche socio della società medesima.

L’Ufficiale giudiziario al momento del pignoramento dichiarava nel verbale che il commercialista gli aveva fatto presente che presso di lui vi era solo la sede legale e che non risultavano beni pignorabili in danno della società, ma la creditrice, Monica Piacentino, aveva sporto querela ritenendo che la dichiarazione non fosse veritiera per avere omesso il commercialista di riferire la presenza invece dell’accantonamento riservato al Tfr, denunciandolo quindi per i reati di cui agli articoli 388 e 646 codice penale, mancata esecuzione dolosa e appropriazione indebita.

A seguito del procedimento penale il commercialista aveva anche subito l’inizio di un procedimento disciplinare presso l’ordine di appartenenza dei commercialisti di Bologna.

Lunedì il giudice Luciano Fontana ha pronunciato la sentenza di assoluzione nei confronti del commercialista "perché il fatto non sussiste".

Ma soprattutto è stata accolta la richiesta del commercialista, avanzata dal proprio difensore di fiducia l’avvocato Mauro Cini del foro di Prato, di condanna della querelante al pagamento di una somma in via equitativa a titolo di risarcimento del danno, quantificata dal giudice stesso in 2.500 euro, oltre alla condanna al pagamento delle spese liquidate in oltre quattromila euro.

Il giudice quindi ha riconosciuto la insussistenza dei reati così come denunciati dalla querelante, che si era anche costituita parte civile con l’avvocato Chiara Atzeni del foro di Bologna, che invece aveva concluso per la condanna, ed ha altresì ritenuto che si vertesse in colpa grave nell’aver denunciato infondatamente il commercialista e socio della società per dei reati non sussistenti e contro un soggetto che palesemente non era il legale rappresentante della società stessa.

Le motivazioni della decisione del giudice adesso saranno rese disponibili nel termine di novanta giorni.

re.pt.