
"La pietà dell'acqua" di Antonio Fusco (Luca Castellani/FotoCastellani)
Pistoia, 31 maggio 2015 - Acqua che guarisce, che risana, acqua che copre il dolore e la morte e che, quando si ritira, apre la strada alla Verità. E alla pietà, il sentimento con cui si difende chi non c’è più. Se nel suo libro di esordio «Ogni giorno ha il suo male», il tema centrale era la legge del Karma, una reazione ad ogni azione, nel secondo romanzo di Antonio Fusco è la Verità che illumina e l’autore, magistralmente, e con grande coraggio, la persegue dall’inizio alla fine mentre scoperchia, pagina dopo pagina, in una sceneggiatura perfetta, quello che si è voluto coprire, una strage nazista che continua a seminare morte, fino ai giorni nostri. Un caso per il commissario Casabona. Siamo sempre a Valdenza, provincia toscana senza confini, ma dove l’incanto del lago di Vagli è riconoscibile.
«La menzogna – scrive nelle prime pagine – è rassicurante, e con il tempo si fa dimenticare. La verità, invece, è rivoluzionaria. Se ci si abitua non basta mai. La cerchi dappertutto, senza chiederti quanto forte sarà la collera di chi l’ha nascosta dove tu l’hai scovata». «La pietà dell’acqua» (Giunti Editore) sarà nelle librerie di tutta Italia dal 3 giugno. Antonio Fusco che a Pistoia è, soprattutto, il capo della Squadra Mobile della nostra questura, si prepara con emozione all’impatto che il suo secondo noir avrà con il pubblico dopo il successo straordinario di «Ogni giorno ha il suo male»: ventimila copie vendute, una pagina di Facebook seguita da oltre undicimila persone, oltre trenta presentazioni in tutta Italia e riconoscimenti prestigiosi tra cui il «Premio Garfagnana in Giallo 2014» come miglior romanzo e la menzione come «Scrittore Toscano anno 2014 sezione noir». E’ fra i dieci semifinalisti del Premio NebbiaGialla Suzzara Noir Festival 2015.
Era già nell’aria che il commissario Tommaso Casabona potesse essere candidato a rimanere un protagonista fisso e «La pietà dell’acqua» ci fa sentire più vicini a questa previsione. Casabona è ancora con noi. Con il suo bicchiere di rum a fine giornata, con le sue musiche predilette, mentre cerca un po’ di pace, con la sua capacità di guardare dentro le anime altrui ma, soprattutto, dentro la sua. I problemi familiari sono un po’ meno pressanti e gli investigatori che lo affiancano affiorano di più. Il libro è dedicato a uno di loro, al sovrintendente Stefano Cini, scomparso prematuramente un anno fa, e nel romanzo c’è anche lui. «Questo secondo libro – ci spiega Fusco – lo sento più mio. E’ più maturo, più completo, si svolge su piani narrativi diversi, che si incastrano. Quello che mi sta più a cuore è il rapporto tra la Verità e il Potere, con considerazioni forti. La tematica centrale è quella delle stragi naziste, che non finisce mai.
«Casabona in tutto questo porta su di sè le ferite di esperienze forti, negative, ha acquistito una dimensione nichilista della vita. Esistenzialista, ma conserva la tensione morale che gli consente di andare avanti. Non mi aspetto il successo – conclude lo scrittore – questa per me resta un’esperienza amatoriale, che non mi ha cambiato».
lucia agati