Pistoia, 9 settembre 2024 – La pioggia annunciata ha concesso concesso una tregua, quasi a riconoscere l’importanza della ricorrenza. E la cerimonia per l’ottantesimo anniversario della liberazione si è tenuta come di consueto in Piazza della Resistenza. Ieri mattina intorno alle 11, alla presenza del vice-prefetto Lorenzo Botti, delle associazioni e di alcuni rappresentanti istituzionali, il sindaco Alessandro Tomasi, il consiglieri provinciale Matteo Giusti e il consigliere regionale Marco Niccolai hanno deposto la corona d’alloro ai piedi del monumento in piazza, ricordando davanti al picchetto d’onore composto dai paracadutisti del centottantatreesimo reggimento “Nembo” le vittime dei bombardamenti e i caduti per la libertà. Subito dopo Renzo Corsini, all’epoca dei fatti ancora un bambino, ha parlato a nome dell’Anpi condividendo i propri ricordi.
“All’epoca Pistoia era semivuota, la popolazione aveva cercato rifugio nelle campagne. C’erano ancora i tedeschi a rastrellare e la paura di tutti noi era la ’caccia all’uomo’ che effettuavano in sidecar. Ancora oggi, quando sento qualcuno parlare in tedesco, mi tornano alla mente echi terribili. Il mio primo ricordo della liberazione è mio padre in bicicletta urlare ’Pistoia è libera’, per una notizia che venne accolta con gioia è sollievo. Si respirava aria nuova, anche se il tributo pagato dalla città non si era ancora esaurito: il giorno dopo ci fu uno scontro fra i partigiani e gli ultimi soldati asserragliati nel Villone Puccini e il 10 settembre una granata lanciata dai tedeschi colpi il Comune facendo altre vittime”.
La giovanissima Ione Pacini fu una di queste e Tomasi ha anticipato l’intenzione di intitolare il giardino di via Paganini ai bambini che persero la vita a causa delle bombe. “Ricordiamo i militari e partigiani caduti, l’esercito brasiliano e chiunque partecipò alla lotta di liberazione – le sue parole, rimarcando l’importanza di tramandare la memoria – la nostra generazione ha potuto contare sulla testimonianza diretta dei sopravvissuti, quella di oggi non può. Il mese scorso ho presenziato alle commemorazioni dell’eccidio del Padule di Fucecchio e mi ha colpito leggere fra le vittime il nome di Rino Giuntoni, un bambino di dieci anni inseguito ed ucciso da un soldato tedesco. Invito ogni persona ad immedesimarsi, ad immaginare il volto del proprio figlio al suo posto”.
Giovanni Fiorentino