REDAZIONE PISTOIA

"L’emozione? Che abbia scelto di farsi operare da noi"

Il dottor Massimo Fedi è referente del centro di chirurgia epatica dell’Asl Toscana centro, per il quale il Pistoia è ospedale di riferimento

Grande soddisfazione e un po’ di emozione, per Massimo Fedi – chirurgo pistoiese doc, 48 anni, dal 2010 in servizio al Ceppo e poi al San Jacopo – che ha guidato il lungo e complesso intervento di rimozione del secondo fegato sulla giovane donna di 35 anni. Una paziente che oggi è tornata a fare una vita normale, con tanto di attività sportiva e trekking in montagna.

"L’emozione c’è stata, sì - racconta il dottor Fedi, referente del centro di chirurgia epatica d’eccellenza che vede il San Jacopo punto di riferimento per tutta l’Asl Toscana centro – ma l’ho provata quando la paziente ha scelto di farsi operare qui da noi, pur avendo come alternativa il centro trapianti di Pisa. Ora ha un fegato soltanto, assolutamente sano, che non è stato toccato dall’intervento".

Il centro di chirurgia epatica è strutturato a Pistoia da due anni, ma l’attività è partita in precedenza.

"Se sono io il referente – tiene a sottolineare il dottor Fedi – è grazie a Sandro Giannessi. La chirurgia dell’Asl Toscana centro ha puntato a concentrare le specializzazioni, suddividendole tra i vari ospedali dell’area: Pistoia per il fegato, Torregalli per il pancreas. Ma con i colleghi operiamo in rete, spostandoci quando necessario. E’ anche operativa una convenzione con la chirurgia epatobiliare di Careggi: per alcuni interventi le équipe operano insieme al San Jacopo o a Careggi, nel caso siano necessarie strumentazioni che noi non abbiamo. All’intervento per l’asportazione del secondo fegato era presente, di supporto, Giacomo Batignani, professore all’ateneo di Firenze, che fa parte appunto del team di chirurgia epatobiliare di Careggi.

"A differenza di altri, Batignani – rimarca Fedi – ha assistito all’intervento senza però parteciparvi direttamente, lasciando operare in autonomia la nostra équipe".

Il caso di una persona con due fegati, infatti, è considerato un’anomalia rara con pochissimi casi descritti in letteratura. E l’intervento eseguito al San Jacopo diventerà tema di una prossima pubblicazione scientifica.

"Risultati come questi – conclude Fedi – in un ambito di patologie abbastanza rare per le quali il rischio medico è molto elevato, sono stati possibili anche grazie all’impegno profuso in una formazione specifica di chi opera insieme a me e, in particolare, la collega chirurga Sara Riccadonna e l’anestesista Chiara Bondi".

Cri.P.