Le piante crescono grazie a residui e fanghi

Innovativo progetto europeo capitanato da Agrivivai: miscele di scarti verdi e sedimenti fluviali sostituiranno la torba. "Prodotti vendibili"

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Utilizzare gli scarti verdi e i sedimenti dragati dai fondali fluviali e portuali per ottenere innovativi mezzi di coltura e tecnosuoli per il vivaismo sostenibile. E’ questo il cuore del progetto Agrised, giunto ieri all’appuntamento finale di un percorso durato tre anni e mezzo. Un progetto cofinanziato dall’Unione Europea attraverso il programma Life, che ha visto come capofila l’azienda pistoiese Agrivivai con l’ausilio di partner importanti come Università di Firenze, Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) di Pisa e il vivaio pistoiese Gorini Piante, l’impresa piacentina Mcm Ecosistemi e quella ceca Eps Biotechnology. L’obiettivo di questo percorso stava nel dimostrare l’idoneità dell’utilizzo di compost (ottenuto da diverse miscele di sedimenti dragati e scarti verdi) come substrato di coltivazioni vivaistiche al posto di altri materiali dannosi per l’ambiente. Obiettivo centrato, come testimoniano i risultati ottenuti nel periodo di studio.

"Un progetto che ha un’importante valenza ambientale ed economica per la città di Pistoia – afferma, raggiante, il dottor Stefano Lucchetti di Agrivivai, coordinatore tecnico di Life Agrised – perché permetterà di ottenere un prodotto pianta ornamentale che vanta migliori performance di rispetto dell’ambiente. L’utilizzo di questi particolari compost, ottenuti con materiale ecologico, da economia circolare, permette di ridurre le emissioni di co2, l’utilizzo di substrati tradizionali a base di torba (la cui estrazione, com’è noto, è particolamente inquinante, ndr) e dei prodotti chimici – spiega – praticamente trasformiamo un rifiuto in una risorsa, limitando al tempo stesso l’uso di prodotti che innescano dinamiche dannose a livello ambientale". Motivo per cui l’attenzione delle istituzioni europee è alta: "Il fatto che questa proposta arrivasse dal distretto vivaistico pistoiese ha dato molto appeal – confessa – siamo vicini alle aziende, alla produzione reale: è la dimostrazione che il vivaismo sta cercando di migliorare ulteriorlmente il proprio impatto sull’ambiente, non solo con i prodotti finali, le piante, ma anche con processi ecosostenibili alla base".

E i risultati, come dicevamo pocanzi, sono andati anche oltre le aspettative: "Ciò che è emerso è stato meglio del previsto – gongola – con ogni tipo di miscela che abbiamo testato, infatti, sono state ottenute piante vendibili, sia in Italia che in Repubblica Ceca". Adesso la sfida sta nella commercializzazione e nel lancio su vasta scala, per un prodotto che potrebbe davvero segnare una svolta positiva per tutto il settore: "Per la componenente scarti verdi non ci sono problemi. Nella nostra azienda è già impiegata, laddove il cliente ce lo richiede, per certi tipi di produzione. Per quanto riguarda la componente dei sedimenti, invece, attendiamo il via libera dall’Unione Europea – conclude Lucchetti – tuttora ci sono dei limiti, ma in virtù dei risultati che abbiamo ottenuto il loro utilizzo sarà presto sbloccato". Agrised, inoltre, offre una nuova soluzione per il ripristino efficace ed efficiente dei suoli impoveriti e degradati, che hanno ottenuto un evidente miglioramento delle caratteristiche chimico-fisiche di partenza.

Nel dettaglio, le attività svolte nell’ambito del progetto sono andate dall’analisi del quadro normativo europeo alla validazione del processo di co-compostaggio con lo svolgimento di due prove dimostrative in contesti ambientali diversi (Italia e Repubblica Ceca, appunto) con tre diverse miscele di sedimenti e scarti verdi ciascuno; dalla produzione di 13 tipi di substrati sostenibili (di cui 10 completamente alternativi alla torba) a quella di 7 matrici di suoli ricostituiti; dalla valutazione delle proprietà agronomiche dei substrati a quella delle proprietà pedologiche dei suoli ricostituiti, entrambe tramite prove di coltivazione; dall’analisi della sostenibilità ambientale ed economica alla comunicazione e i workshop.

"È un grande orgoglio per la nostra azienda essere capofila di questo progetto – afferma Massimiliano Granchietti, titolare di Agrivivai – merito delle competenze di Stefano, che ha condotto un lavoro davvero straordinario. In questo periodo storico c’è una grande necessità di ripulire fiumi e porti da fanghi e sedimenti, sedimenti che hanno costi di smaltimento altissimi – racconta – grazie ad Agrised, trasformeremo questi rifiuti in risorse per il comparto vivaistico, pistoiese e non solo, nell’ottica dell’economia circolare. Alla fine è stato un successo, perché tutti questi processi di co-compostaggio e relativi substrati sono stati ampiamente validati".

Alessandro Benigni