REDAZIONE PISTOIA

Le partigiane pistoiesi "vincono" il Campiello: storia di un'immagine iconica

Il libro "La resistenza delle donne" di Benedetta Tobagi, premiato con il Premio Campiello 2023, ha una copertina con una foto iconica che ritrae le due sorelle Cecchi, simbolo della lotta, scattata a Pistoia nel 1944. Un patrimonio collettivo che è diventato simbolo di un'epoca di riscatto e uguaglianza.

C’è un po’ di Pistoia nel freschissimo Premio Campiello 2023, uno dei riconoscimenti più noti nel campo della narrativa italiana, assegnato quest’anno alla storica Benedetta Tobagi (foto sopra), con il suo libro "La resistenza delle donne" (Einaudi, 2022). Il motivo di questa orgogliosa appartenenza risiede certamente nella copertina del libro stesso dove fa bella mostra di sé una foto che a Pistoia è, senza esagerare, patrimonio collettivo. Lo scatto, iconico, ritrae le due sorelle Cecchi, Lia e Liliana, per tutti le "partigiane combattenti" diventate simbolo della lotta, immortalate proprio a Pistoia nel 1944, nei giorni subito successivi alla liberazione della città. Scattata da un fotografo statunitense, l’immagine ha fatto il giro del mondo diventando simbolo di un’epoca di riscatto e di uguaglianza di fronte alla lotta.

"Sembra – ci aiuta a ricostruire la genesi dello scatto il direttore dell’Istituto Storico della Resistenza di Pistoia, Matteo Grasso –, che ne esistano anche copie con posizione diversa degli ‘attori’, dal che si deduce che non si tratti di una istantanea, ma di uno scatto preparato con una certa cura. Si possono riconoscere Israele Bemporad, Liliana Cecchi, Bumeliana Pisaneschi, Marino ‘Mutolino’ Gabbani, Lina Cecchi, Lea Cutini. Il luogo della foto sembra via Curtatone e Montanara, di fronte alla chiesa di San Filippo, con via Abbi pazienza alle spalle. Dalle informazioni in nostro possesso sappiamo che quella foto ritornò a Pistoia fra gli anni ‘60 e i ‘70, quando il fotografo americano tornò in visita a Pistoia e disse di voler donare la foto alla città, anche se non è chiaro il passaggio. La foto è patrimonio della città nel senso culturale del termine, infatti viene usata comunemente da tutti, ma è poi diventata simbolo della Resistenza italiana grazie alla presenza delle donne. Qualche anno fa è stata inserita da una delle agenzie di fotogiornalismo più importanti del pianeta nel proprio database, apponendo così il copyright, a seguito probabilmente dell’acquisizione di uno stock di foto dagli archivi americani.

"Tra le curiosità l’errore avvenuto in fase di schedatura, dove si riporta come data dello scatto il mese dicembre, quando in realtà i soggetti presenti indossano le maniche corte. Anche testimonianze orali – conclude Grasso – confermano che fu scattata il giorno in cui arrivano gli alleati in città. Non è il solo errore a proposito di quella foto: spesso, a riportare scorrettamente data e luogo, sono anche riviste autorevoli e libri".

linda meoni