
Il distretto tessile è maestro in Italia e in Europa. Non è un novità, semmai una conferma, la partecipazione all’evento annuale organizzato da Euratex, la Confederazione europea del tessile e dell’abbigliamento che richiama le confederazioni di industriali di tutta Europa. Una platea d’eccezione a Bruxelles davanti alla quale Daniela Toccafondi, presidente del Pin, il polo universitario di Prato, è stata chiamata a parlare di formazione. Ossia l’argomento che rappresenta il tallone d’Achille di un distretto che resta il motore trainante dell’economia della piana, compresa una fetta della provincia pistoiese, ma che molto presto si troverà a far fronte ad una inesorabile carenza di personale. Operai specializzati e figure intermedie. Il tessile, anche quello di Agliana e Montale, chiede competenze e forza lavoro che al momento non sono disponibili sul mercato se non in numeri assolutamente insoddisfacenti. Secondo l’ultimo report di Cna soltanto per le aziende del manifatturiero si stima che saranno necessari nel medio termine quasi 13.000 nuovi lavoratori, che abbiano le competenze adeguate per le necessità del sistema produttivo locale (edilizia e meccanica a rischio tenuta).
"Il tempo è poco – ha detto Toccafondi davanti all’assemblea di Bruxelles – Si stima che in appena tre anni le fabbriche si svuoteranno". Esiste una soluzione? "Va trovata", dice la presidente del Pin. Per questo è necessario lavorare su due binari, quello dell’alta formazione e quello della manodopera. Due canali indispensabili perché il distretto mantenga il primato che detiene in Europa in fatto di tessile e abbigliamento.
"La nostra forza è quella di essere un distretto da cui bisogna partire per generare nuove competenze – spiega ancora la presidente del Pin – Abbiamo la possibilità di insegnare ai giovani un mestiere grazie alla disponibilità degli imprenditori. Il punto di partenza è aprire i confini. Tutto il distretto tessile può fare scuola ai giovani operai d’Europa perché soltanto qui esiste un know how che non possiamo permetterci di disperdere".
Il tessile che adesso sta mettendo fuori la testa è un tessile nuovo, che chiede di più rispetto al passato. "Oggi che la sostenibilità ha preso così campo è necessario cambiare il modo di produrre abbigliamento. I capi devono essere pensati fin dal primo momento come materiale da rigenerare e quindi con una concezione del tutto nuova", ha detto Toccafondi agli imprenditori presenti ad Euratex. "Per questo nelle aziende d’ora in poi e sempre più serviranno figure strategiche che prima non esistevano se non nei grandi brand. Gli unici che avevano la forza economica di formare i propri dipendenti".
Manager della filiera, della sostenibilità, ma anche manager delle blockchain saranno necessari nelle piccole realtà imprenditoriali. Ed è qui che il territorio gioca d’anticipo creando il primo corso di laurea in Italia in Design tessile e moda sotto l’egida dell’Università di Firenze. I corsi si svolgeranno al Pin di Prato dal prossimo anno accademico. Dunque da lì usciranno, per la prima volta in assoluto, i primi laureati in tessile. Una lungimiranza che non poteva che caratterizzare il distretto più importante d’Europa.
"È stato davvero un grande riconoscimento avere la possibilità di portare la nostra esperienza davanti ad una platea tanto importante", aggiunge Toccafondi. "Qui abbiamo un patrimonio di conoscenze di base per tenere vivi mestieri che iniziano a essere in crisi, come quello di filatore o tessitore. Rischiamo di disperdere 100 anni di professionalità. È quindi necessario valorizzare il nuovo formando figure manageriali tramite l’università e allo stesso tempo preservare figure di base. In Europa non esistono i distretti. Per questo i nuovi operai tessili dovranno interfacciarsi con noi e noi dovremo essere all’altezza della sfida che ci aspetta".
Silvia Bini