"Lavori socialmente utili" Ecco la richiesta di Ginetti

L’attivista pistoiese è fra i condannati per gli scontri tra forze dell’ordine e No tav. La corte d’appello deciderà nei prossimi giorni se accogliere la misura proposta.

"Lavori socialmente utili"  Ecco la richiesta di Ginetti

"Lavori socialmente utili" Ecco la richiesta di Ginetti

Una novità di non poco conto coinvolge un pistoiese che risulta fra i condannati a Torino per gli scontri fra le forze dell’ordine ed i manifestanti No-Tav che si svolsero nell’estate del 2011. Antonio Ginetti, volto ben noto in città ed in provincia per le sue azioni di protesta e negli ultimi anni al comando del comitato contro la discarica del Cassero fra Casalguidi e Cantagrillo, è tra i condannati in via definitiva dal Tribunale di Torino. E ieri, di fronte alla Corte di Appello del capoluogo piemontese, gli avvocati delle parti degli imputati hanno avanzato la loro richiesta: far scontare la pena con lavori di pubblica utilità.

Per quanto riguarda il "no-Tav" pistoiese che oggi ha 71 anni, la proposta avanzata riguarda la possibilità di essere inserito in una cooperativa che si occupa di cura del verde pubblico e di sicurezza dei parchi. Il maxi-processo ai No Tav prese in esame episodi accaduti in due giornate diverse: quella del 26 giugno 2011, quando le forze dell’ordine sgomberarono un vasto presidio degli attivisti alla Maddalena di Chiomonte, e quella, nella stessa zona, del 3 luglio successivo, quando vi fu la prima grande sollevazione dei No Tav contro le recinzioni alzate per proteggere l’area su cui in seguito fu allestito il cantiere per un tunnel di preparazione ai lavori per la nuova ferrovia.

Ad inizio del 2012, Ginetti fu arrestato nella sua abitazione di Pistoia e passò quasi un mese in carcere, inscenando anche uno sciopero della fame che fece molto discutere: all’epoca dei fatti, inoltre, le Forze dell’ordine intervenute asserirono che, in precedenza, era stato anche membro di "Prima Linea", organizzazione armata di estrema sinistra attiva in Italia fra il 1976 ed il 1983 nei cosiddetti "anni di piombo" (anche se nel corso del maxi-processo ai No Tav, all’udienza del 29 giugno 2014, in merito lo stesso Ginetti sottolineò che nel 1990 fu assolto a Firenze).

La Corte d’appello deciderà nei prossimi giorni ma la richiesta ha già avuto il parere positivo della Procura generale. In tutto sono sei i "no-Tav" che hanno chiesto questa misura, ovvero coloro che sono stati condannati per pene inferiori a tre anni come, appunto, lo stesso Antonio Ginetti.

S.M.