La rivoluzione green non decolla: "Occorre trovare nuovi spazi"

Il dibattito a Masiano. Ferrini, presidente Distretto: "Appello ai nostri sindaci"

La rivoluzione green non decolla: "Occorre trovare nuovi spazi"
La rivoluzione green non decolla: "Occorre trovare nuovi spazi"

Sala principale del circolo Acli di Masiano pressoché completa, lo scorso giovedì, per la serata dedicata al verde, inteso come impatto vivaistico sul nostro territorio, ma anche per il suo sviluppo come arredo urbano e "polmone" inesauribile per farci vivere meglio su questo pianeta. Ad interloquire con le persone presenti il presidente del Distretto vivaistico pistoiese, il professor Francesco Ferrini, alla luce dell’ultimo libro pubblicato nel 2022 dal titolo "Alberi e Gente nuova per il pianeta" scritto a quattro mani assieme a Ludovico Del Vecchio, scrittore di "green thriller". Dopo i saluti introduttivi del vice-presidente delle Acli provinciali, Tommaso Braccesi, unitamente a quelli del sindaco Alessandro Tomasi e del consigliere delegato della Provincia, Silvio Buono, sono stati affrontati alcuni temi trattati nel libro con larga parte del dibattito presa dai numeri mastodontici, fino a 3 miliardi di alberi (che non esistono), che vengono propinati per la rivoluzione verde che si sente da tempo ma che, ancora, non è partita.

"Per gli esemplari che piantiamo adesso, sappiamo che i benefici li avremo fra 3 o 5 anni – il commento di Ferrini ad una specifica domanda – a seconda delle condizioni nelle quali crescono: non sono robot o prodotti di fabbrica. Per questo, oggi, i mandati dei sindaci sul tema del verde urbano si giudicano positivi se, al termine dello stesso, il bilancio vede anche un solo albero in più rispetto a prima perché, nelle nostre città, di spazi per metterli a dimora ce ne sono pochissimi e le città sono sature".

Sul tema sono intervenuti anche alcuni vivaisti presenti come, per esempio, Gilberto Stanghini o l’ex presidente dell’Avi, Luca Magazzini, così come la consigliera regionale Pd Federica Fratoni. Nel nuovo libro di Ferrini i riferimenti agli esemplari da piantare riguardano anche tutta la catena alimentare, le specie maggiormente a rischio, le biodiversità e cosa ci dobbiamo aspettare dal futuro. Con una provocazione finale: cosa succederebbe se ci fossero meno alberi? "I dati scientifici parlano chiaro – conclude Francesco Ferrini – con minor numero di piante cresce il tasso di mortalità e verrebbe da pensare che, alla fine, moriremmo davvero tutti".

red.pt