REDAZIONE PISTOIA

La riforma dello sport, tra paura e voglia di cambiare

La riforma dello sport, entrata in vigore lo scorso 1 luglio, prevede l'ampliamento della categoria dei "lavoratori sportivi" e nuovi adempimenti fiscali. Il convegno "Sopravvivere alla riforma dello sport" a Pistoia ha spiegato come affrontare questi cambiamenti.

La riforma dello sport, tra paura e voglia di cambiare

"Una novità che, com’era prevedibile, è stata accolta con un certo timore anche a Pistoia. Sicuramente sarà un cambiamento epocale, ma non è detto che debba esserlo in negativo. Intanto, le varie società saranno più strutturate. Ed è questo che vogliamo spiegare". Cristiano Anzilotti, commercialista intervenuto nel corso del convegno "Sopravvivere alla riforma dello sport" (organizzato ieri a Palazzo Bali da MSP Toscana) ha così fotografato il primo impatto a livello locale della cosiddetta "riforma dello sport", entrata in vigore lo scorso 1 luglio. A destare le principali preoccupazioni è l’ampliamento della categoria dei "lavoratori sportivi", definiti "figure professionali necessarie e strumentali allo svolgimento delle attività sportive". Una platea che include adesso anche manager, addetti agli arbitri, segretari generali, osservatori e collaboratori tesserati che svolgono mansioni necessarie per la società sportiva. Soggetti che devono essere contrattualizzati come subordinati, autonomi o co.co.co., ed ogni club dovrà eseguire gli adempimenti relativi alla costituzione dei rapporti di lavoro sportivo. Nuovi provvedimenti che si ripercuoteranno anche sul piano fiscale: la nuova normativa prevede per i club l’esenzione totale dagli obblighi fiscali e contributivi, applicabile fino a 5mila euro di reddito del lavoratore autonomo, contrattualizzato nella forma della collaborazione coordinata e continuativa.

Per i compensi superiori a 5mila e fino a 15mila euro resta applicabile l’esenzione Irpef, mentre sono dovuti i contributi previdenziali all’Inps. Oltre i 15mila euro di reddito, saranno invece dovute sia l’aliquota Irpef che i contributi previdenziali. "Il primo consiglio che posso dare ai dirigenti di società ad associazioni è quello di individuare una persona interna alla società che segua la parte fiscale e degli adempimenti. Penso poi che la nuova normativa sia impattate in primis sul piano psicologico – ha proseguito – è chiaro, per fare un esempio, che la prospettiva di vedere venti volontari diventare formalmente dipendenti possa far tremare i polsi ad un’associazione con budget ridotto. Ma sotto i 5mila euro l’impatto è ridotto. Va detto poi che stiamo navigando a vista, perché il testo è già stato modificato più volte dopo l’entrata in vigore. Ma non penso assolutamente che porterà alla scomparsa delle associazioni o delle società sportive, come temuto da più parti".

G.F.