La rassegna "Notti stellate" prende forma

Il via domani sera nella cornice incantata di Villa Stonorov, oggi sede della Fondazione Jorio Vivarelli. Tema: la storia del luogo .

La rassegna "Notti stellate" prende forma

La rassegna "Notti stellate" prende forma

Un "involucro semplice, in mezzo agli ulivi, nella dolce modellazione collinare degli Appennini pistoiesi", ma anche un’operazione di recupero della memoria a partire da un’architettura e da degli accorgimenti – il cotto rosso, le mura color ocra, le grandi porte-finestre ad arco – a rievocare le vere case coloniche quattrocentesche, restituendo pace e silenzio, come suggerisce il luogo che quella architettura accoglie. Il risultato di tanto ragionamento ma anche tanto sentimento e passione è ben visibile e noto: è Villa Stonorov, dal nome dell’architetto che la concepì, Oskar Stonorov ormai cinquanta anni fa, oggi sede della Fondazione Jorio Vivarelli, dove lo stesso artista pistoiese ha vissuto e concepito una parte della sua produzione. È attorno a questo anniversario tondo che ruota la programmazione della rassegna estiva "Notti di stelle 2023 nell’anfiteatro di Villa Stonorov", il cui primo evento aprirà la stagione proprio domani, sabato, a partire dalle 20 negli spazi aperti della Fondazione dove il tema centrale sarà appunto quello della storia della costruzione della Villa. Il racconto è affidato all’attrice Monica Menchi accompagnata dalla musica dei Samava. L’evento è organizzato in collaborazione con l’associazione Voglia di Vivere che sarà destinataria degli incassi; apericena e spettacolo a partire da 20 euro, spettacolo e drink a 15 (prenotazione obbligatoria allo 0573.477423 o 0573.964345; in caso di maltempo l’evento sarà rimandato a nuova data). Unica opera presente in Italia realizzata dall’architetto razionalista statunitense, Villa Stonorov nacque con l’intenzione precisa di ospitare quel laboratorio ideale che da anni Stonorov andava cercando per l’amico Vivarelli.

"Oskar Stonorov – sono le parole di Jorio – desiderava che io avessi una casa-studio e mi spingeva a prendere una decisione. Inoltre per la nostra collaborazione avevamo bisogno di spazio per eseguire lavori che erano in via di realizzazione. Seguii il suo consiglio e decisi di lasciare Firenze e costruire la casa studio. Oskar la progettò come era suo solito fare, non esisteva l’ora esatta di lavoro, ogni attimo del giorno e della notte, a tavola o in fonderia. Quando si lavorava assieme erano giorni intensi, lotte continue. Era importante tutto ciò, era credere, era amore al lavoro, era, in fondo, credere l’uno all’altro".

L’incontro tra i due ‘creativi’ risale al 1956, a Pistoia. Da subito Stonorov si innamora dell’opera di Vivarelli, lo lancia in ambito internazionale e gli commissiona grandi opere per gli ambienti urbani delle città americane. Nonostante l’importanza di queste realizzazioni, lo stato attuale delle opere e la loro collocazione erano poco noti. A tentare di chiarire questa mappa già nel 2019 l’esperto italoamericano Ron De Marco. Lo scorso anno invece, in occasione del cinquantesimo dalla costruzione della Villa, la Fondazione ha deciso di approfondire la collaborazione tra lo scultore e Stonorov tramite la ricerca storico-critica dell’architetto Gianluca Chelucci.

linda meoni