
C’è anche un’opera pistoiese in questi giorni alla Reggia di Venaria Reale, in esposizione alla mostra La sfida al Barocco. Roma, Torino, Parigi, 1680-1750.
Si tratta del gruppo scultoreo ‘Natività’ del pesciatino Agostino Cornacchini, conosciuta anche come ‘Adorazione dei pastori’ e conservata in modo permanente all’interno della biblioteca Fabroniana.
L’opera è stata scelta per far parte dei 200 capolavori provenienti dai più prestigiosi musei e collezioni del mondo per l’allestimento della mostra – prevista in primavera ma che per l’emergenza sanitaria del covid19 è stata aperta solo da fine maggio e prorogata fino al 20 settembre - negli spazi della Citroniera Juvarriana all’interno della reggia torinese appartenuta ai Savoia. Non è la prima volta che quest’opera di Cornacchini va in trasferta, dimostrando quindi di essere conosciuta e apprezzata in tutto il mondo: già nel 2000 era stata in esposizione a una mostra a Philadelphia e Houston e nel 2009 è stata ammirata a Il fasto e la ragione alla Galleria degli Uffizi.
Inoltre un bozzetto in terracotta di questa Adorazione dei pastori, ma ridotto al sacro, senza l’ambientazione e le altre figure di contorno, è conservato oggi alla Victoria and Albert Museum di Londra. La scultura, in marmo bianco di Carrara, alta 109 centimetri, era stata eseguita a Roma tra il 1714 e il 1716, per adornare l’appartamento nobile del cardinale Carlo Agostino Fabroni, e fa parte delle opere che furono trasportate a Pistoia insieme alla raccolta libraria del prelato. Nella scultura incanta la dolcezza del volto della Madonna, dal sorriso appena accennato, mentre un angelo volante porta un cartiglio sospeso su una nube e in primo piano si trova un pastore scalzo.
"Il gruppo rappresenta diverse figure, traendo ispirazione dal presepio romano, in particolare dal trattamento scenografico dello stesso soggetto marmoreo eseguito da Monnot per la chiesa romana della Vittoria – ha sottolineato Anna Agostini, responsabile della biblioteca Fabroniana e autrice di testi di storia e di critica d’arte - ma aggiunge alla scultura romana i richiami naturalistici e soprattutto un senso intimistico proprio della scultura fiorentina della scuola del Foggini. La Madonna inoltre può essere confrontata con simili tipologie femminili presenti nelle decorazioni dei palazzi nobiliari del fiorentini del tempo". Daniela Gori