"La giusta distanza" Il nuovo album di Tesi

Domani sera al teatro Manzoni il concerto dell’"Elastic Trio" insieme all’orchestra: il cd contiene undici inediti più una cover

Una fotografia di sé e del suo bagaglio musicale che ferma il momento. Perché tutte quelle contaminazioni che lo attraversano lo rendono non diverso da chi è, solo più ricco. Sarà una condivisione col pubblico quella di domani, mercoledì 7 giugno, (ore 21; biglietti da 8 a 18 euro alla biglietteria del Manzoni teatro e su www.bigliettoveloce.it), al teatro Manzoni dove l’organettista e compositore Riccardo Tesi presenterà il nuovo album solista "La giusta distanza" (Visage Music), undici inediti più una cover, già decimo nel World Music Charts Europe. Ritmi travolgenti, ispirazioni popolari, riferimenti culturali e musiche solari e speziate, "La giusta distanza" ricorda ancora una volta la cifra musicale di Tesi, stavolta con l’Elastic Trio (Francesco Savoretti alle percussioni e Vieri Sturlini chitarre e voce), al Manzoni assieme a una formazione orchestrale con numerosi ospiti: Mirco Capecchi (contrabbasso), Claudio Carboni (sax), Daniele Biagini (pianoforte), Maria Pierantoni Giua (voce), Massimo Donno (voce, chitarra), Alessandro Natali (violoncello), Eleonora Pascarelli (voce). Ospite speciale sarà inoltre Ziad Trabelsi, dell’Orchestra di Piazza Vittorio.

Qual è la ‘Giusta distanza’evocata dal titolo? "L’idea è suggerita dalla storia dei porcoposini di Schopenhauer: d’inverno si stringono l’un l’altro contro il freddo ma finiscono per pungersi. Serve rinunciare a un po’ di calore per stare alla giusta distanza. È una metafora delle relazioni umane, una forma di saggezza. È una riflessione figlia della pandemia".

C’è un denominatore comune alle tracce del disco? "È la fotografia di quel che io sono musicalmente in questo momento. Prosegue questo viaggio in una sorta di Mediterraneo immaginario, mia fonte di ispirazione da sempre". Balza agli occhi la forte componente ‘pistoiese’ del disco. Ma com’è essere a Pistoia, suonare per la sua gente dopo tanto girare? "Sempre un’emozione speciale, una prova anche più difficile. Qui c’è un pubblico che ti conosce da sempre, hai voglia di fare ancor più bella figura. Poi il Manzoni è un concentrato di atmosfere e storie emozionanti, mi ha visto crescere. Per quanto riguarda i musicisti ho cambiato un po’ squadra, avevo bisogno di rinnovarmi. Per questo lavoro più a nome mio volevo degli stimoli nuovi che mi facessero uscire dalla comfort zone di Banditaliana. Ho costituito un trio base, con Sturlini e Savoretti, e poi si sono aggiunti tanti ospiti tra cui molti pistoiesi. Come il pianista Daniele Biagini, Alessandro Natali al violoncello. Ha l’età di mia figlia, l’ho sentito suonare da piccolino. È un piacere ritrovare oggi questi giovani nel mio disco. Nel concerto abbiamo ospite inoltre Giua, cantautrice genovese collaboratrice di Neri Marcorè e poi ci sarà Massimo Donno, salentino, con cui ho registrato nel 2015 l’album ‘Partenze’. Poi c’è un’altra canzone nel disco, la cover di ‘Ballata di una madre’ di Eugenio Bennato, cantata da Ginevra Di Marco. Non riuscivo a togliermi dalla testa quella canzone, dovevo farla mia. E Ginevra è stata divina in questo. Avremo anche il contrabbassista Mirco Capecchi con cui lavoro spesso".

C’è un omaggio a Cristina Pezzoli. Che ricordo conserva di lei? "Avevamo un doppio legame molto particolare, uno di tipo artistico, l’altro umano, amichevole. Lavorare con lei era sempre fare un passo avanti nella musica, era una partner perfetta. Poteva chiederti cose assurde, come ‘disegnami la nebbia’. Tu ti chiedevi musicalmente cosa volesse dire, ma quando poi facevi la cosa giusta lei la riconosceva. Aveva un’enorme energia e grandissimo gusto oltre che grande senso artistico. Mi manca tantissimo. Lei, la sua amicizia, la sua arte".

linda meoni