La British school innova Adesso insegna l’inglese con un metodo inclusivo

Il progetto "An english island" ha introdotto nuove pratiche nelle scuole. Focus nello sviluppo della memoria muscolare della bocca nei bambini.

La British school innova  Adesso insegna l’inglese  con un metodo inclusivo

La British school innova Adesso insegna l’inglese con un metodo inclusivo

Far parlare tutti. Ma soprattutto, farli parlare in inglese. Facile a dirsi, un po’ meno quando si arriva a dover mettere in pratica le proprie conoscenze. È questa la sfida che hanno deciso di cogliere Roberto Muzzì, conosciuto da tutti in città come Bob, ed Elena Niccolai, che con lui dirige la British School Pistoia. Insieme hanno dato vita a un metodo innovativo e inclusivo per imparare l’inglese, un apprendimento che con una metafora si potrebbe definire "sul campo". "An English Island", questo il nome del progetto dedicato alle scuole primarie e alla formazione dei docenti, è un vero e proprio "allenamento" nel senso che le conoscenze teoriche vengono affiancate da esercizi che permettono ai giovani alunni e alle giovani alunne di sviluppare la cosiddetta Muscle Mouth Memory, la memoria muscolare della bocca.

Si tratta di un metodo inclusivo, che riesce a coinvolgere anche gli studenti con specifiche problematiche (DSA,BES,ecc.) al quale Bob ed Elena lavorano da oltre 10 anni. Fino ad arrivare allo sviluppo, nel 2020 - in un periodo davvero complesso per la scuola a causa del Covid - di una propria piattaforma e-learning da utilizzare nelle scuole. In questo anno scolastico la piattaforma "An English Island" è stata utilizzata con risultati sorprendenti in diverse elementari della provincia di Pistoia: all’Istituto Comprensivo Cino e alla Marconi-Frosini, al Nannini di Quarrata, al Chini di Montecatini e agli istituti comprensivi di Lamporecchio e Larciano. Il metodo innovativo "An English Island" si basa sull’associazione di tre linguaggi codificati, mimico, visivo e orale, per potenziare la memoria a lungo termine e

privilegia la centralità dell’allievo coinvolgendolo in un processo di familiarizzazione con la lingua parlata. Da quando ha iniziato a diffondersi nelle scuole ha ottenuto riconoscimenti a livello accademico, conferenze e convegni dedicati all’Università di Firenze, e vede impegnate le Università di Pavia, Padova, Foggia e della Calabria in uno studio che darà valenza scientifica alla stessa metodologia.

"La nostra missione non è facile: stiamo provando a cambiare la mentalità italiana per quanto riguarda l’insegnamento della lingua inglese. Nelle scuole in cui abbiamo portato la nostra piattaforma abbiamo notato che i bambini e le bambine, già a pochi mesi di distanza dall’inizio delle lezioni, riescono ad esprimersi in inglese con una facilità sorprendente e iniziano a costruire il loro personale insieme di vocaboli che li accompagnerà per tutta la vita, gettando le radici di un apprendimento della lingua inglese corretto, ma soprattutto efficace e davvero utile per il loro futuro. In più hanno visto crescere di molto la loro autostima", spiegano Bob Muzzì ed Elena Niccolai, co-titolari della British School di Pistoia. "In Italia c’è assolutamente bisogno di migliorare il livello dell’inglese, scritto e parlato; non è possibile che neolaureati che hanno completato l’intero ciclo di studi siano in difficoltà ad approcciarsi a questa lingua sul posto di lavoro".

Inoltre, con il progetto "Adotta una scuola", "An English Island" e la British School Pistoia, società benefit, sono entrate all’interno del Consorzio Pistoia Basket City. "È un onore avere al nostro interno una realtà che guarda al futuro e alle nuove generazioni con questa passione e questa professionalità – commenta Francesco Cioffi, il presidente del Consorzio Pistoia Basket City – . Il metodo innovativo per l’apprendimento dell’inglese che Bob ed Elena portano avanti è un’occasione unica per avere, un domani, uomini e donne con molte più chance nel mondo del lavoro, ma anche con un maggior senso di socialità e responsabilità verso gli altri che scaturisce da una metodologia così inclusiva". "Un apprendimento così ‘sportivo’ non poteva che nascere da un grande appassionato di pallacanestro come Bob, grande amico, e traduttore, del Pistoia Basket".