
Inquinamento dell’aria in salita. Pm2.5 sopra il livello di guardia
PISTOIA
37esimo posto per Pistoia fra le province italiane più inquinate, per quanto concerne le polveri sottili. Questo è quanto emerge dalla classifica pubblicata dal Sole24Ore, basata sui dati che l’emittente pubblica tedesca Deutsche Welle ha estrapolato dal servizio di monitoraggio atmosferico Copernicus. L’indagine riguarda in primis le polveri fini Pm2.5: si tratta di particelle presenti nell’aria che respiriamo, di natura organica o inorganica, capaci di assorbire anche diverse sostanze con proprietà tossiche quali solfati, nitrati, metalli e composti volatili. Polveri che avrebbero diverse origini, fra cui traffico veicolare, uso di combustibili solidi per il riscaldamento ed attività industriali. E che, secondo l’Arpat, possono essere respirate e raggiungere i bronchi, con studi epidemiologici che hanno dimostrato come l’inquinamento atmosferico abbia un impatto sanitario notevole: quanto più è alta la concentrazione di polveri fini nell’aria, tanto maggiore è l’effetto sulla salute.
Una premessa necessaria per poter comprendere la graduatoria delle 58 realtà provinciali d’Italia che nei primi otto mesi di questo 2023 hanno fatto registrare una concentrazione media di Pm2.5, superiore al limite fissato per legge a 10µgm3. E se è vero che la realtà provinciale pistoiese, con un valore medio di 11,9µgm3, appare lontana dai valori negativi-record delle zone del Nord che guidano questa "classifica nera" (iniziando da Cremona, la più inquinata con un valore di 24,1 gm3) dall’altra sembrerebbero esserci parametri che inducono ad una riflessione più profonda. Intanto, nel Pistoia è risultata la seconda provincia della Toscana più inquinata in termini di Pm2.5, alle spalle di Prato e davanti a Firenze. E poi, il dato registrato in questi primi otto mesi dell’anno rappresentano il record negativo dell’ultimo quinquennio: nel 2021, la provincia di Pistoia era tornata a quel valore di 9,5 gm3 già evidenziato nel 2018, prima dell’incremento del 2019 (11,3µgm3) e della discesa a 10,9 gm3 nel 2020. Il 2022 aveva portato ad un lieve rialzo (10,8 gm3) con l’ultimo parziale che sembra però lasciar prefigurare un nuovo aumento (anche se bisognerà attendere il responso definitivo dei restanti quattro mesi).
Legambiente, intanto, ha lanciato l’allarme. "Credo che la nostra sia una delle province italiane con il maggior numero di automobili. Sicuramente servirebbe uno sforzo culturale, da parte della cittadinanza – ha commentato il presidente Antonio Sessa – ma è anche vero che la politica deve dare alternative concrete ai cittadini: si parla di mobilità sostenibile, ma i percorsi ciclabili sono ancora limitati. Così come gli stalli per le bici. Servirebbero anche delle ’isole alberate’, che tra l’altro abbasserebbero anche la temperatura". Una tema che sta monitorando da tempo anche la Regione. E Marco Niccolai, consigliere regionale del Pd, ha ricordato il bando da 15 milioni di euro rivolto ai residenti dei Comuni della Valdinievole e della Piana lucchese, sotto forma di incentivi per l’acquisto o l’efficientamento di camini, bio-trituratori, pompe di calore ed impianti fotovoltaici. "Risorse stanziate lo scorso anno, che dovrebbero essere erogate nelle prossime settimane – ha anticipato –. La Regione ha inoltre già messo in campo 6 milioni per efficientare gli impianti di combustione. I dati dimostrano che c’è l’esigenza di fare un passo in avanti. Perché ne va della qualità dell’aria e della vivibilità".
Giovanni Fiorentino