Cambiare tutto (o quasi) per proseguire a regalare certezze e sogni. È stata un successo la 25esima edizione del Memorial Vannucci, istituito e organizzato dalla Vannucci Piante. Una volta tanto, ha mutato sede, passando dal Nursery Campus all’altrettanto incantevole Rocco Benito Commisso Viola Park di Bagno a Ripoli. Una vetrina perfetta per far vedere a molti l’eccellente lavoro svolto dalla Vannucci Piante nel centro sportivo della Fiorentina (ha curato la realizzazione del verde) e per veicolare il messaggio di quest’anno: essere protagonisti di una nuova intelligenza naturale dove rendere le piante il perno dello sviluppo del futuro, grazie alla continua raccolta di dati che le stesse piante sono in grado di fornirci.
Tanti gli illustri ospiti, da Massimiliano Giansanti, presidente nazionale di Confagricoltura, al professor Stefano Mancuso, botanico e saggista dell’Università di Firenze, dal presidente della Regione Eugenio Giani alla vice presidente Stefania Saccardi, passando per l’ex ministro Paolo De Castro, il senatore Patrizio La Pietra e il presidente nazionale CIA Cristiano Fini, per finire a Jean Mus, uno dei più importanti paesaggisti mondiali.
Un Memorial incentrato sulla ricerca commissionata dalla Vannucci Piante a Mancuso e PNAT (think tank composto da un team multidisciplinare di architetti e scienziati vegetali): una cinquantina di specie di piante coltivate in vivaio a Pistoia e messe a dimora in vari Paesi per calcolare la cattura e lo stoccaggio della C02 e le polveri sottili, che permetterà di stimare direttamente dalla produzione quanto una pianta ne catturerà in futuro da giardini, parchi pubblici e viali. "L’accentratrice di ogni nostro pensiero, la protagonista assoluta delle nostre attenzioni, il nostro pane quotidiano: è la pianta", ha sottolineato il ceo Vannino Vanucci. "Un singolo euro investito in alberi fissa più di mille volte l’anidride carbonica rispetto a qualsiasi soluzione tecnica mai inventata finora – ha aggiunto Mancuso –. Dobbiamo utilizzare i dati e le tecnologie di monitoraggio dell’anidride carbonica per censire i benefici apportati ed attuare soluzioni sempre più efficaci".
L’attività condotta ha determinato nuovi dati innovativi relativi allo stoccaggio della CO2, sia nella fase della produzione in vivaio sia nei successivi anni dopo la messa a dimora. La ricerca ha inoltre quantificato ulteriori benefici ambientali, come la riduzione del particolato sottile e di altri inquinanti atmosferici ad opera delle piante.
Gianluca Barni