"Il lavoro c’è, ma viaggiare costa troppo"

I trasportatori costretti a rinunciare alle commesse oppure a rimetterci. L’allarme di Cna: "Carburante alle stelle, non ce la facciamo"

Mezzi fermi e offerte di lavoro rispedite al mittente perché non sostenibili dal punto di vista economico. E’ la situazione paradossale che sta vivendo il settore del trasporto merci a causa del caro carburante e dell’impennata del metano. I committenti per restare sul mercato non riescono ad aumentare le tariffe dei viaggi, e così i trasportatori si trovano nella condizione di lavorare a rimessa o addirittura di rinunciare proprio alle opportunità che gli vengono proposte. A lanciare un grido d’allarme e a chiedere al governo di intervenire per cambiare le cose è la Fita Trasporti Cna Toscana Centro, tramite il proprio presidente Giuseppe Talarico. Nei giorni scorsi ha tenuto un vertice assieme ai presidenti degli Ncc Bus e degli Ncc Taxi associati a Cna, e assieme chiedono un cambio di passo per restituire sostenibilità al settore.

"Il caro gasolio va ormai avanti

da mesi – commenta Talarico –.

Da quando è iniziata la guerra il prezzo del diesel è salito alle stelle, superando anche quota due euro e diventando più caro della benzina. Adesso si è stabilizzato intorno a 1,80 euro al litro ma resta lo stesso insostenibile per il settore. Fare un pieno

arriva a costare centinaia di euro in più al mese ma le tariffe per i trasporti restano inalterate. I committenti dicono di non essere in grado di aumentarle, e

quindi di fatto i maggiori costi sostenuti dovremmo rimetterceli di tasca nostra. È assurdo".

I problemi del settore sono molteplici. Lo stesso intervento del governo per cercare di creare un credito d’imposta per ridurre

il peso dell’aumento del carburante al momento non sembra funzionare.

"La piattaforma attivata da pochi giorni dà un problema dietro l’altro – prosegue il presidente di Fita Trasporti, Talarico –. Il procedimento è farraginoso e ogni giorno i trasportatori ci segnalano un nuovo malfunzionamento. Gli addetti ai lavori sono furiosi perché aspettavano da mesi uno sgravio e adesso sembra tutto di nuovo bloccato. Per non parlare del fatto che questo credito d’imposta vale solo per il primo trimestre del 2022. Ma noi con i rincari ci abbiamo fatto i conti anche in primavera e in estate, e quindi la piattaforma va estesa anche ai mesi successivi a marzo".

Secondo i trasportatori sarebbe stato meglio "lasciare in vigore il vecchio sistema che assicurava il rimborso delle accise".

"Una modalità – prosegue Talarico –, che quantomeno ci aiutava ad abbassare i costi in sede di dichiarazione dei redditi e che ci permetteva di compensare molte spese sostenute durante l’anno. Questo nuovo credito d’imposta, invece, per il momento ha avuto il solo effetto di agitare gli animi del settore". Un’altra beffa è stata quella legata ai requisiti per accedere al credito d’imposta. "Il provvedimento vale solo per i mezzi sopra le 7,5 tonnellate – aggiungono da Cna Toscana Centro –. Quindi i tanti trasportatori che hanno furgoni o mezzi più piccoli sono costretti a subire completamente i rincari senza potere fruire di alcun aiuto. In provincia di Prato ci sono molti piccoli

padroncini ed era necessario fare un passo anche in loro aiuto".

Stefano De Biase